Kashmir è stato composto nella massima traiettoria zeppeliniana ossia tra il 1973 e il ’74 (anno di registrazione) ed è stato pubblicato nel 1975 nel doppio disco Physical Graffiti.
Kashmir grande originalità espressa con grande semplicità, otto minuti e mezzo suddivisi in soli quattro settori, polarizzati da un irresistibile riff con cui principia.
Questo bellissimo brano modale è fondato sulla crudezza nel creare una continua tensione tra i pochi elementi musicali messi in campo: il riff con una nota ferma, mentre un’altra più acuta sale, genera dissonanze armoniche insieme col fatto che lo spazio temporale di 12/4, nel quale avviene ciò, è suddiviso in 3/4 dal riff ma in 4/4 dalla batteria (pattern di 2/4): disallineamento che mescola le carte ancor di più, producendo un’azione maggiore.
La seconda sezione (a 53”) è basata su una frase armonizzata (di 2 misure di 4/4) del tutto discendente molto cromatica (parte da Sol) e un po' distensiva.
Poi (a 2’12”) modula in LA, e più avanti a 3’22” un’ultima sezione arabeggiante che alterna SOLm e LA con innestata un’esotica scala octotonica (settimo grado della “Flamenco”).
Il buon Jimmy si sforzava sempre di ammassare suoni e parti, e tutti gliene rendiamo merito, ma hai voglia a mettere fiati, archi, Mellotron, tastiere, basso, batteria mastodontica, effetti phasing, riverberi, varie chitarre e suoni che spaziano nel panorama stereofonico ecc., Kashmir ha un’essenza musicale vincente: sempre lui e sempre sofisticato, anche con chitarra acustica, bonghi e voce. Ecco la magia del Rock dei Led Zeppelin.
Jimmy Page è uno dei protagonisti del mio libro Eroi Elettrici - I grandi solisti della chitarra