Carlo Pasceri
  • HOME
  • BLOG
  • BIOGRAFIA
  • DISCOGRAFIA
    • Curvatura 9
    • Cannibali Alchimie
    • No Gravity
    • Real Koob
    • Blue Challenge
  • PUBBLICAZIONI
    • Libri
    • Riviste musicali
    • Jazzitalia
  • DIDATTICA
    • Corso "Tecnica Audio"
    • Seminario "Percorsi Melodici"
  • STRUMENTAZIONE
  • MEDIA
    • Audio
    • Video
    • Foto
  • CONTATTI
Libro Eroi Elettrici

Hey Jude, il gospel beatlesiano

9/1/2019

0 Comments

 
Si sa che i giovanissimi componenti dei Beatles erano entusiasmati dalla musica americana, dal rhythm and blues al rock and roll ai loro ascendenti e derivati: presero le mosse da ciò per sviluppare le loro opere che, dai primi anni Sessanta, cominciarono a sgorgare in Europa come una vigorosa linfa che creerà un’originale musica che a sua volta influenzerà praticamente tutti.
Foto
E se all’inizio i Beatles erano dei giovani super talentuosi che stavano cercando di affermarsi elaborando un po’ ingenuamente gli esempi americani, solo pochissimi anni anni dopo nell’estate del bollente 1968 dall’alto della posizione massima già raggiunta, ​pubblicarono uno degli esempi in assoluto più semplici e popolari di elegante summa tra la musica americana e le loro avvenute maturità planetarie: Hey Jude. L’autore principale è Paul McCartney.
Questo pezzo ha molti fattori di mescolanza tra la musica "bianca" e "nera"; Hey Jude è una canzone-inno gospel.
Brano semplice, costituito di tre sole parti (A, B e C), di medio-bassa velocità in 4/4, la forza è data soprattutto dalla melodia, tuttavia la cornice formale e timbrica insieme con i contenuti armonici e ritmici, forniscono quel considerevole apporto che lo caratterizza in modo decisivo.

La melodia è molto flessuosa, piuttosto ascendente e ampia in termini di registro, salti e quantità di note usate; è privilegiato l’arpeggio dell'accordo FA con le sue estensioni (a volte con settima maggiore, altre minore, altre con nona). In più nella parte A è in tonalità di FA maggiore e nella parte B è ambigua, sembra oscillare verso il SIb, e nella lunghissima coda finale (C) ruota in FA misolidio.  

La strutturazione è semplicissima, alterna varie volte A e B, la particolarità è data dalla C che è presente solo una volta come Coda (ripetuta per oltre tre minuti!) e dal numero di misure.
Infatti, non è conforme giacché la sezione A è di 8 battute, la B, che si può analizzare in varie maniere, semplificando, o di 13 battute di cui una in 2/4 o di 12 battute di cui una è in 6/4. La C è di sole 4 misure.
​
L’apparato armonico di Hey Jude è “strano”, perché seppur in sostanza le radici degli accordi sono pochissime, tre, quelle basilari del Blues, hanno i bassi mutati (rivolti e sovrapposizioni tonali), che modificano gli accordi stessi, producendo un effetto armonico-melodico alquanto vario.
Nella sezione A la simmetria del movimento: FA - SOL sus4/6 (DO/Sol) – DO – FA (sale di una seconda e successivamente di una quarta per poi discendere di una quinta, ritornando così all’origine).
Nella sezione B, dopo il lancio (a 52”) dal FA7 al SIb, c’è la classica discesa diatonico-tonale: La, Sol, Fa e Mi per giungere alla cadenza perfetta DO7-FA. Nella C (3’09”), dopo l’onnipresente FA, si sale di una settima minore (MIb) per poi scendere simmetricamente in modo quartale (SIb e FA).

Hey Jude è un meccanismo musicale che enfatizza un movimento rotatorio tanto semplice e breve quanto inesorabile verso il suo asse fondamentale, la nota Fa. 

Il ritmo nella parte A (da 1'33") e nella C è terzinato (tamburello) in modo peculiare, quello che io chiamo di doppio shuffle, quello adottato dall’hip-hop decenni dopo.
La timbrica è caratterizzata dall’estrema asciuttezza (pochissima ambienza e quantità di strumenti) e dall’innesto nella sezione finale (C) di una piccola parte di orchestra sinfonica a rinforzare il tutto.
Insomma, gli elementi “neri” di Hey Jude sono il minimale scheletro accordale tutto maggiore I - IV - V, controbilanciato dall’elaborazione “bianca” con rivolti, sovrapposizioni tonali e cadenze; il nero ritmo terzinato shuffle con tanto di battiti mani, cori gospel ed espressivi gemiti nella C finale, controbilanciati dalla decisiva melodia quasi classicheggiante (che però nella C inserisce la settima minore bluesizzando un po’).
Sarà una coincidenza, ma il pezzo ebbe uno straordinario successo proprio negli USA: era semplice individuarne le loro radici.

La genesi di Hey Jude è nota: McCartney la scrisse come incoraggiamento per il piccolo Julian, figlio di Lennon, nel periodo della separazione dei genitori. Ma, alla luce di quanto detto finora, possiamo leggerla anche come un incoraggiamento per i giovani musicisti e compositori per conquistare nuove musiche; magari mediante la fusione tra generi e stili, tra bianco e nero e tutti gli altri colori, per realizzare qualcuna tra le innumerabili sfumature possibili, o addirittura, come hanno fatto i Beatles, per inventare nuovi colori primari.
0 Comments

Your comment will be posted after it is approved.


Leave a Reply.

    Immagine
    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


    Foto
    TEORIA MUSICALE
    Foto

    Archivio

    Marzo 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Agosto 2022
    Dicembre 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Settembre 2013
    Luglio 2013
    Maggio 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Dicembre 2012
    Novembre 2012
    Ottobre 2012
    Settembre 2012

    Feed RSS

    Categorie

    Tutti
    Analisi Musicale
    Basso
    Batteria
    Blues
    Cantanti
    Cantautori
    Cd
    Chitarra
    Classica
    Critica
    Dischi Da Leggere
    Funk
    Fusion
    Hard Rock
    Heavy Metal
    HiFi
    Jazz
    Jazz Rock
    Jazz-rock
    Krautrock
    Libro
    New Age
    Pianoforte
    Pop
    Progressive
    Recensione
    Rhythm And Blues
    Rock
    Soul
    Storia Musicale
    Tecnica
    Tecnologia Musicale
    Tecnologie
    Teoria Musicale
    Vinile

   Home   Blog   Biografia   Discografia    Tecnologia Musicale   Didattica   Pubblicazioni    Strumentazione   Media   Contatti    Bookmark and Share

© Carlo Pasceri - E' vietata qualsiasi riproduzione anche parziale - Risoluzione minima 1024x768

designed by ALi

Powered by Create your own unique website with customizable templates.