Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Un grande musicista da studiare: Mike Stern

10/1/2017

5 Commenti

 
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
​
Nell’era d’oro della Fusion (dai primi ’80 e per circa dieci anni) il chitarrista-compositore Mike Stern fu tra i musicisti più influenti e inneggiati.
Foto
Stern è una specie di Charlie Parker che incrocia Jimi Hendrix e James Brown; il perfetto contraltare stilistico del sofisticato e pacato Pat Metheny: loro due furono i più importanti riferimenti tra i chitarristi e tra i più rilevanti in assoluto della musica strumentale dell’epoca, furoreggiarono.
Stern si mise in luce alla corte di Miles Davis partecipando al disco della ricomparsa del “divino” (The Man With The Horn, 1981), poi al suo seguito in tournée e quindi immortalato in altri due dischi del trombettista; per un breve periodo fu anche chitarrista di Billy Cobham.

Rispetto ai due titani del Jazz-Rock McLaughlin e Di Meola, Stern, seppur con fraseggio serrato anche lui, offriva un discorrere più rotondo e fluido, più swing-funk, shuffle: assai accattivante.
La peculiarità di Stern fu quella di riuscire, in modo alquanto spettacolare, ad unire il linguaggio jazz bebop con quello rock di piglio funk, compreso il suono saturo: alquanto “sporco”. Non era una novità assoluta, prima di lui, già dalla metà dei ’70, ci furono chitarristi che avevano compiuto tale connubio (Ray Gomez, Joaquin Lievano, Peter Maunu e Daryl Stuermer), però nessuno con la sua potenza e spettacolarità, data anche dal fatto che talvolta non mescolava i due mondi ma li accostava, cambiando repentinamente registro espressivo, creando un contrasto stupefacente: questo fu il suo pregio; e il suo difetto.

In ogni caso lui fu il migliore di tutti i bop’n’roll funker anche per una rilevante vena compositiva, tuttavia non riuscì né a rinnovarsi, ripetendo troppo la bellissima formula inventata, nè a fondere e sviluppare in modo più profondo i mondi Jazz e Rock (anche soltanto chitarristicamente), come fecero invece John Scofield, Larry Carlton, Allan Holdsworth, Robben Ford, Bill Frisell e Scott Henderson.

Da constatare, peraltro, che moltissimi chitarristi, anche la maggior parte di questi fuoriclasse, riuscirono a rimanere a galla, se non addirittura a incrementare il loro successo, in particolare Ford ed Henderson, parzialmente Scofield, perché virarono alquanto bruscamente la loro musica e il loro stile chitarristico verso il Blues e dintorni, finanche cantando o facendo cantare; Stern no.

L’entusiasmante brano di apertura omonimo del suo debutto discografico del 1986 (Upside Downside: suo capolavoro, peraltro prodotto da un famoso chitarrista fusion, Hiram Bullock) fu una dirompente novità, con intricati e nervosi unisoni ultra sincopati per poi urlare rock quasi ballando; simile l’apertura della seconda parte del disco, Mood Swings, con al basso il suo amico Jaco Pastorius. A compensazione le dolci, cantabili e liriche “canzoni” Goodbye Again e After You.

Stern è stato un grande chitarrista e un ottimo compositore, un grande musicista che andrebbe riscoperto (e studiato) da chi è interessato ad andare oltre il Rock in quanto a fraseggio e armonie, mantenendo il tiro e il lirismo di questo genere con innestato pure del sano Funk. In ciò Mike Stern rimane un campione.

Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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5 Commenti
Francesco
10/12/2017 17:36:58

Mike Stern è ancora un grande chitarrista ed un ottimo compositore; è tutt'ora attivissimo dato che oltre alle due serate fisse (lunedi e mercoledi) al 55 Bar di New York, ha un calendario di concerti ed esibizioni davvero impressionante. Neanche il brutto incidente dell'estate scorsa, nel quale ha riportato varie fratture ed una lesione nervosa al braccio destro, gli ha impedito di continuare a suonare ed incidere un bellissimo disco che è uscito in questi giorni (dicembre 2017). Fa quindi bene Carlo a farlo conoscere anche ai più giovani e a ricordarlo ai più anziani, Mike Stern continua ad essere una fonte di ispirazione per tutti noi chitarristi, famosi e non.

Risposta
susanna
6/5/2018 15:21:33

più che d'accordo. Seguo Mike Stern da molti anni, assistito a molti concerti e acquistato i suoi cd, qualche volta direttamente da lui al 55Bar a New York. La prima volta che l'ho sentito suonare al Blue Note di Milano, mi sono resa conto che, per l'emozione, trattenevo il respiro. Semplicemente fantastico.

Risposta
Piero
3/6/2018 08:30:16

Sono appena rientrato dopo averlo sentito al Blue Note di Rio de Janeiro, bellissimo show. Porto con me con ricordi indelebili, una stretta di mano e il suo ultimo CD autografato ;-) : lunga vita a Mike Stern!!!

Risposta
Cristina
1/12/2018 18:00:03

Sentito Mike mercoledì sera al Blue Note. Sempre fantastico!

Risposta
susanna marchioro
1/12/2018 21:45:09

Un grave motivo mi ha impedito di partecipare al concerto di Mike Stern prenotato per il 28 novembre al Blue Note di Milano. Scrivo partecipare e non ascoltare perché quando lui suona siamo letteralmente coinvolti e partecipi. Aspettavo con ansia questo evento però, purtroppo,abbiamo dovuto rinunciare. Spero in una prossima occasione. In ogni caso sarebbe stato il decimo concerto. Dimenticato? È quando mai!!! Mike Stern, sempre un mito per noi. Alla prossima!

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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