Una singolare proprietà del Rock è che ha prodotto della buona musica, molto gradita ai più, pur avendo la maggior parte dei suoi alfieri appena alfabetizzati a livello musicale. E laddove poco istruiti teoricamente, seppur nella pratica esecutiva piuttosto allenati, finanche bravi, padroni dello strumento, sovente le composizioni ne risentono. Soprattutto alla lunga, ovvero dopo qualche disco, ammesso si abbia ottenuto qualche risultato rilevante in tal senso (spesso utilizzando benissimo nuovi suoni e tecnologie), c’è fortissima la propensione a ripetersi. Facciamo un passo indietro. Nel ‘900, con l’avvento del Blues e del Jazz, una novità importante in musica è la sostanziale coincidenza tra il compositore e l’esecutore: diffusamente, chi compone quasi sempre suona i propri brani, perciò le composizioni riflettono ciò che l’esecutore è in grado di progettare nella teoria e realizzare nella pratica; talvolta la pratica, l’esecuzione stessa, diventa essa stessa sostanza, contenuto. Virtuoso cortocircuito creativo. Dopo pochi anni l’arcaico Blues si è troppo ripetuto e quindi si è sclerotizzato, ammalato, morto. Però il Jazz no. Anzi, il Jazz in questo è paradigmatico, sovente è riuscito nell'essere magnificamente in equilibrio tra i due poli, generando moltissima musica nuova: è moderna pure perché mai era accaduto ciò. (Purtroppo anche lui è da anni in sofferenza, malato…) A volte anche il Rock è riuscito in questa stupenda fusione, di solito quando i suoi alfieri più avveduti non si sono accontentati di saper strimpellare qualche strumento con qualche timbro nuovo ed eccitante (la meravigliosa chitarra elettrica, soprattutto in distorsione, ha fatto danni incalcolabili in tal senso), e hanno continuato seriamente a istruirsi, generando ulteriori potenzialità creative. Sì, perché il limite autoimposto dal Rock è dato dalla sua bassissima soglia d’ingresso: con poca istruzione, sia teorica sia pratica, si è in grado di ottenere tante soddisfazioni, per sé e per gli altri, gli eventuali ascoltatori; anzi è proprio l’immediata rispondenza del pubblico a non favorire la crescita: infatti, s’inizia giovanissimi a far musica Rock, e si rimane così, immaturi. Ma qualche eccezione c’è stata, soprattutto concentrata in un’epoca ossia a cavallo tra i ’60 e i ’70; dopo questo breve periodo adulto e maturo, il Rock, schiacciato tra le sue endemiche piccolezze sapienziali e piccolezze mercantili, non si è saputo rigenerare. Peccato, in questo modo si è infilato nella tomba. Amen.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Ottobre 2024
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