Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Naima, lo strano potere della lampada magica di John Coltrane

4/5/2016

1 Commento

 
Naima, nome della prima moglie di Coltrane, sembra una preghiera d’amore: un lento brano tanto minuto e semplice quanto misterico e affascinante, sospeso e fluttuante; d'intenso respiro. Spirituale. 
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​La preghiera, l’invocazione, la dedita concentrazione come azioni formulaiche che dischiudono l’accesso a un misterioso spazio; spazio che rende possibili modalità di contatto con enigmatiche reminiscenze. Si prende finalmente possesso di zone di realtà nascoste, che più sono state sentite come privazioni e pertanto elaborate come ansie di assenze nostalgiche, più se ne godrà come sensazione di averle recuperate; ma non conquistate.

​"Quella che io considero la mia migliore composizione è Naima"
J. Coltrane* 

Questo temporaneo ampliamento dei ristretti spazi quotidiani aumenta il segreto nutrire che quello percepito come un recupero è solo una sensazione: profondamente proviamo che è qualcosa che non abbiamo mai posseduto. Ciò porta sovente gli individui, come canta il poeta, a prendere la vita con il cucchiaio piccolo…
E l’enorme fascino di John Coltrane risiede nel comprendere la sua dedizione e il suo impegno a non percorrere consumate strade che facilmente coinvolgono e commuovono, e il suo sperimentare nuove vie musicali offerenti direzioni misteriche, ardue e visionarie; ascetiche.  
​Innanzitutto questo era il tempo (fine anni '50) dell'esplorazione musicale dell'Oriente, con i suoi ipnotismi e staticità meditative (“modalesimo”).
Per quanto concerne la realizzazione di brani melodici, lenti, cosiddetti ballad, le questioni musicali sempre sono più complicate, poiché gli elementi costituenti, in confronto ad altri brani (non ballate), sono in misura minore; dunque si hanno meno fattori e procedure compositive a disposizione.
A fronte di ciò, spesso, ci si affida all’abilità e alla creatività del solista-interprete delle melodie (e improvvisatore) per ottenere potere di fascino; e non di rado si irrobustiscono queste musiche di sovrastrutture con colorazioni e riempitivi di considerevoli quantità con pletore di suoni e timbri ridondanti, di poco contenuto effettivo, che stuccano mediante orpelli decorativi, appesantendo il tutto: quadro e cornice.
Naima è nuda, minimale, poco di tutto a cominciare dai suoni e timbri, rigorosamente acustici: la melodia del sax è di 9 note per la parte A e 22 per la B, il pianoforte (Wynton Kelly) suona una dozzina di accordi in tutto, il contrabbasso (Paul Chambers) esegue in modo ostinato solo tre differenti note; la batteria con spazzole (Jimmy Cobb), impalpabile... (Per comprendere meglio, Yesterday dei Beatles ha la parte A di 29 note e 13 accordi, la B di 27 note e 14 accordi.)
Dunque pochissimo per realizzare un brano capolavoro che incanta ancor oggi, dopo quasi sessanta anni, e pochissimo anche in termini di linguaggio nell’esposizione melodica, senza strepiti o bisbigli, nessun particolare dinamismo o vitalità; anche l’assolo del piano è alquanto sui generis.
La forma prevede una strutturazione semplicissima ma non comune, poiché non c’è un’introduzione e il chorus (la struttura che trascorre, il “giro”) è di 20 misure, con una sorta di coda C (di 9).

AABA (tema sax) AABA (assolo di piano) BAC (tema sax).
A di 4 misure; da 0’’ a 15” / B di 8; da 32” a 1’05” / C di 9; da 3’38” alla fine
​
Insomma, questa ballad non è intrisa di convenzionale lirismo cantabile, non c’è facile sentimentalismo, non si usano quei saputissimi mezzucci per ottenere gratuiti effetti patetici né compositivi né espressivi; qui un clima denso di sospensione meditativa, di tensione spirituale, che è stabilito da una melodia austera insieme con una sequenza armonica molto sofisticata. Avviciniamoci ancora un po'…
Le consolidate strutture tonali in Naima vengono fortemente intaccate perché Coltrane si poggia molto poco su di esse, e le sfrutta in modo ellittico, facendole interagire con un principio compositivo modale: Naima è un raffinatissimo pezzo in MIb minore dorico arricchito da una serie di accordi molto ricercati, con alcuni passaggi della melodia tra minore/maggiore (SOLb/SOL) che sono, di fatto, l’unica alterazione presente nel tema altrimenti rigorosamente tutto in scala MIb dorico: considerando la sequenza delle tre fondamentali (I-IV-V) che il basso svolge, si configura pure sorta di velata e lunare bluesizzazione di questa ballad (MIb per 3 battute della A segue LAb per l’ultima; SIb per il B.). 
La spinta che deforma il convenzionale legame tonale di questo brano, e che lo rende quindi speciale, si realizza mediante tre direttrici: il basso ostinato (che si limita a “picchiettare” e accentuare i tempi forti 1 e 3 ancorandolo a terra), una progressione armonica inusuale, e una melodia non scalare, che ha come tonica fondamentale la scala MIb dorica non stabilita e percepita come classico riferimento diatonico tonale.
Può essere utile rammentare che le scale più usate hanno intervalli di toni e semitoni; il tema melodico di Naima non percorre affatto il semitono e molto poco il tono, ma ben più spesso si muove tramite ampi spazi di quarta, terze (maggiori e minori) e settime minori, quindi la sua traiettoria sonica non è tracciata con dolcissimi saliscendi, rassicurante e... banale. Tuttavia, nelle finali sei note della parte C, c’è un’ascesa scalare che sembra appunto, dopo tanto vagabondare, portare finalmente su, in cima; e l’ultimissima (MIb) frutto ancora di un ulteriore salto in alto del gradino scalare…
ImmagineClicca per ingrandire
La sequenza accordale della parte A è in sostanza un’esposizione di carattere sospensivo-tensivo dei gradi Im-IV traslata nel modo dorico (MIbm-LAb): sorta di inverso della cadenza plagale, quella abusata nelle musiche sacre. La sezione B, nella quale il basso si sposta in SIb, è molto tensiva poiché svolge, per 8 lente battute, tutti accordi dissonanti che fungono da tradizionale dominante per il ritorno alla parte A.
La conclusiva parte C, che funge da classico turnarond (breve serie accordale di solito ripetuta), disloca la zona di attrazione armonica sul IV grado (LAb), con la quale termina, presentando un’ortodossa cadenza plagale (REb-LAb), che però trasla la percezione verso un qualcosa di differente rispetto a tutto il resto, un sereno mutamento.
Notevole è l’uso esclusivo, per l’intero pezzo, di accordi di nucleo maggiore, ad eccezione di quello fondamentale, MIb minore 9, peraltro non molto sfruttato: per un brano è fatto infrequente, ma per una ballad è fatto straordinario.
Un inno a Demetra, un’ode per chissà qual sentire, o un oracolo che rivela… non importa, a chi è disposto ad ascoltarlo con attenzione, John Coltrane ha donato un atto di fede alla vita che fa sollevare il pesante fardello del fare quotidiano, inducendo essenze e contegni nobili e amabili.
Naima, piccola e spoglia lampada magica tra noi e le nostre ombre.

* Intervista con Michel Delorme pubblicata su rivista Jazz Hot dicembre 1963; il brano Naima fu registrato nel ’59 con i collaboratori tutti dalle sessioni di Kind of Blue di Davis, e pubblicato nel disco Giant Steps nel ’60.

L'analisi musicale del capolavoro A Love Supreme è inclusa nel libro Dischi da leggere - Collezione n.1.​
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1 Commento
Mi senbra il brano naima sia in 3 4 non non a tenpo tagliato link
27/3/2022 18:00:49

Penso io. Ciao

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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