Ancor oggi è imperante, dall’epoca barocca del XVII secolo, la dottrina musicale diatonico-tonale basata sulle successioni accordali; serie di concatenazioni armoniche con precetti tanto semplici quanto rigidi derivanti dalle scale di riferimento.
Pertanto si comprende facilmente che in tal senso la monotonia è quasi obbligata, specie di programmatica politica musicale. Dunque almeno si dette il via alle modulazioni.
Perciò rispetto a una tonalità di partenza ce ne sono alcune vicine altre lontane, e questo è determinato dalle note in comune tra di loro; le loro relative affinità; ne consegue che le modulazioni ai toni vicini confluiscono più morbidamente, mentre quelle a toni lontani sono più tortuose.
Se si modula dalla tonalità di DO a quelle di SOL o FA è la soluzione più semplice e dolce, essendo tonalità addirittura contigue, hanno in comune col DO ben 6 note su 7. Mentre se si modula in FA# si crea quasi una frattura tonale poiché c’è un’unica nota in comune (6 cambiano) tra le due tonalità (nota FA), dunque aspro cambio di scena. Tra queste soluzioni estreme ci sono soluzioni intermedie del percorso diatonico-tonale come si può evincere dalla figura.
In una canzone italiana, tra le più famose in assoluto, è presente una spettacolare serie di modulazioni; Ancora, portata al successo nel 1981 da Eduardo De Crescenzo e scritta (musicalmente) da un’eminenza grigia del Pop italiano, Claudio Mattone.
Ringrazio l’amico Gianfranco Ambrogio Curti per la segnalazione del brano "Ancora"