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Libro Eroi Elettrici

La musica non è un’opinione!

8/1/2016

3 Commenti

 
​L’autorevolezza, in qualsiasi disciplina, è data da un’evidente competenza che a sua volta è frutto di studi, percorsi e quindi esperienze specifiche attinenti alla grammatica, al linguaggio e alla storia di quella data disciplina. Analisi e sintesi di realtà sia del micro sia del macro, che conducono ad appropriate disamine in cui ci sono necessariamente dei giudizi: la differenza tra opinioni, dettate da limitate esperienze percettive, e valutazioni oggettive risiede in questo. 
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Non comprendo il perché molte persone facciano una strenua resistenza nel riconoscere l’autorevolezza di altre.
Chi non sa di musica, ovvero non conosce il suo linguaggio, grammatica, sintassi ecc., quando ascolta un brano lo si può paragonare a qualcuno che apra un libro e guardi le pagine vedendo i caratteri, la loro forma, grandezza, disposizione dei paragrafi, se ci sono figure ecc.; tuttavia non riuscirà a leggerne il contenuto, quel che c’è scritto, perché è in una lingua che non conosce. Chi sa di musica ovviamente percepisce tutte quelle impressioni e sensazioni d’impatto e formali appena descritte per il comune fruitore, con in più il fatto basilare che riuscirà a leggerne il contenuto, quel che c’è scritto. Va da sé che è una differenza fondamentale per poterne dire qualcosa di oggettivo.
​
Non si può non registrare infatti un’invalsa confusione di ruoli tra il fruitore, l’appassionato, e l’esperto, il professionista di una data disciplina, in questo caso musicale. Troppe volte si confondono opinioni dettate da gusti, sensazioni, parziali informazioni, con delle appropriate stime di qualità fondate su un sistema di valori che a sua volta è frutto di competenze accumulate in decenni di lavoro e che sono facilmente accertabili, conclamate, concernenti la grammatica musicale e la correlata cronologia storica. Anzi peggio: addirittura qualcuno nega possa esistere un sistema di valori che dia esiti di realtà storiche, esprimendo così un vero e proprio pregiudizio, un clamoroso a priori, una presunzione radicalizzante.
Si rileva che questo atteggiamento negativo dell’appassionato accade quando le sue opinioni, perfettamente legittime e rispettabili, ma assolutamente soggettive e buone per la statistica sociale, non si sposano con gli oggettivi giudizi del professionista basati su ben altri pilastri, tacciando questi ultimi come pari opinioni: no, ci dispiace non è così, non sono sovrapponibili.
Certamente questa confusione è “incoraggiata” sia da una pubblicistica “dilettante” (spesso realizzata proprio da dilettanti) sia dai sistemi di comunicazione di massa come Internet. Troppo spesso ci si imbatte in scritti che sono più che opinabili: sono veri e propri orrori perché zeppi di approssimazioni ed errori.

La mia attività è volta a informare (e per quanto possibile a formare) altre persone, non dei miei gusti e sensazioni, ma di come è costituita la musica e, per una porzione di essa (Jazz e Rock), cosa è accaduto nella sua storia. Non posso non crucciarmi che molti facciano fatica ad accettare, non tanto le mie conclusioni, ma che possa esistere un oggettivo sistema e quindi d’importarlo nella propria cultura.
Le opinioni soggettive per quanto ostinate e diffuse non possono essere esportate come negazione dell’esistenza di tali sistemi.

La musica non è un’opinione, non è fatta da esse, ci sono le realtà fattuali, bisogna solo saperle riconoscere, e non è facile. Tuttavia esistono realtà che sono alla portata di molti e che più o meno empiricamente sono facilmente accertabili e accettate.

Per esempio gli AC/DC, al netto della loro simpatia, gradevolezza ed enorme successo, sono un gruppo che ha rimasticato moltissimo i medesimi semplicissimi schemi ripetendosi continuamente e rinnovandosi pochissimo. Questa non è un’opinione, è un fatto facilmente accertabile poiché la grammatica, il linguaggio e la storia musicale relativamente a loro è così semplice che i tantissimi appassionati possono raggiungere tale conclusione. Dunque se si può affermare questo come un fatto, una realtà, perché non di altri?

Altre affermazioni, giudizi, stime non sono così empiricamente accertabili, sono ben più complesse, intessute in reticoli ben più complicati. In questi casi se non si è in grado di andare oltre un’opinione dettata da una parziale conoscenza, ciò non autorizza di pensare che non ci possa essere qualcuno in grado di offrire affermazioni come quella per gli AC/DC (pensiero negativo magari rafforzato se non coincidono le conclusioni esposte). Si dovrebbe imparare a fare un passo indietro, anche due o tre, e provare a riconoscere di chi potersi fidare.

Tuttavia, come già dimostrato, sono ben disposto a mettere in discussione le mie sintesi e stime esposte nei libri e quant'altro, con le altrui serie analisi e stime, o se sono solo percezioni, opinioni, pure antiche e radicate magari pure diffusissime, che siano messe in tal maniera, e chiedere delucidazioni in merito se non coincidono con quanto esposto da me; e mi rendo conto che può dispiacere avere in tasca opinioni che non coincidono con le nostre disamine.
Ma l’indolente “non sono d’accordo, non è vero, questa è una tua opinione, hai detto una sciocchezza, io non la penso così la penso colà” (senza supporto di analisi, esempi e argomentazioni), è solo controproducente e francamente irritante dopo l’enorme lavoro per offrire conoscenza e approfondimenti come non se ne sono mai visti nella moderna critica musicale (almeno in Italia). E anche questa non è un’opinione, è una realtà.
3 Commenti
Alessio Romani
19/1/2016 11:33:39

Pienamente d'accordo! Troppo spesso si commenta, giudica o ci si lancia in disamine prive di fondamenta e quindi di conoscenze ben radicate. Purtroppo l'era dell'immediatezza caratterizzata, da Internet... bandiera del tutto e subito, a discapito anche della veridicità, spesso sommersa da tante opinioni, ha fatto sì che nascano troppi (presunti) detentori del verbo.
Per quanto riguarda i "Dischi da leggere"... è un'iniziativa MOLTO BEN FATTA E STRUTTURATA, UNICA NEL SUO GENERE ED ESAUSTIVA.
Davvero complimenti.

Rispondi
Gianfranco
16/2/2016 19:11:51

Assolutamente d'accordo... A tal proposito, ti sottoporrò un elenco di affermazioni/opinioni diffuse e mi risponderai in merito 👍🏻 grazie Carlo

Rispondi
Ivan
6/5/2016 12:43:05

Sono d’accordissimo, nessuno deve arrogarsi a sentenze su materie che proprio non capisce, o mettersi alla pari con un professionista solo perché a lui “piace in un altro modo”, ma… con un “ma”: chi conosce (professionalmente, o comunque da esperto) una materia, la vede in modo diverso, molto meno “fascinoso”, rispetto a chi invece ci si avvicina solo con entusiasmo.
Ho in mente due esempi che mi riguardano: sono (o sono stato…) affascinato sia dalla musica che dalla fotografia, campi in cui mi sono cimentato con un po’ di successo, da dilettante più o meno abbastanza evoluto. In entrambi i casi ho riscontrato una diminuzione del mio entusiasmo man mano che diventavo più esperto e competente: se nella fotografia mi è parso che i professionisti sentissero più ben poco il “fascino dell’arte” e vedessero invece molto di più il solo “mestiere”, in campo musicale, forse anche perché allora ero un ragazzo e magari anche molto ingenuo, lo scoprire (da “grande”) i veri strumenti e le vere tecniche usati dai miei idoli di allora (penso ad esempio all’Hammond, che a me piaceva da impazzire) me ne ha fatto anche perdere parte del fascino, soprattutto pensando a quanto studio, tecnica ed esperienza (in una parola, ancora il “mestiere”) fosse stato necessario per arrivarci. Nel caso di “mostri sacri” come Emerson o anche Gregg Rolie, ancora di più, perché certe tecniche (e suoni) se li sono pure inventati loro stessi. Potrà essere un mio difetto, ma lo scoprire come ottenere quello che mi sembrava come un inarrivabile incantesimo me ne ha fatto un po’ perdere la magia.

Ciao
Ivan

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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