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Libro Eroi Elettrici

Il suono classic-rock dei Jethro Tull e il marchio di Martin Barre

17/11/2016

2 Commenti

 
Il nome di Martin Barre (Birmingham, 17 novembre 1946) è indissolubilmente legato a uno dei gruppi rock più importanti in assoluto: i Jethro Tull. ​E Barre è stato un chitarrista prezioso perché è stato un chitarrista rock a tutto tondo, in grado di essere molto efficace in tutte le impegnative parti che svolse. 
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E non solo come chitarrista elettrico di memorabili assoli (acclamatissimo quello sul pezzo Aqualung), ma anche di accompagnamenti con precisi arpeggi, accordi, riff e linee melodiche anche con obbligati e complessi unisoni con altri, il tutto spesso in intricate situazioni musicali sotto molti punti di vista.
Frequentemente l’articolazione tecnica di Barre era netta e neutra, ma alla bisogna “colorata” e trasudante espressività. 

Inoltre il suo timbro elettrico, soprattutto dal disco Aqualung in poi, definì il suono classic-rock più aggressivo e pesante (un po’ mutuato da Tony Iommi dei Black Sabbath), usò l’accoppiata chitarra Gibson Les Paul con ampli Hiwatt (poi Marshall), naturalmente coadiuvato con booster/overdrive, talvolta con wha-wha: un timbro alquanto complesso mediante un’enfasi di armoniche, e con gli estremi banda frequenze più in evidenza a scapito della zona frequenze media: pure in tal senso dette un’impronta molto importante ai Jethro Tull. Infatti nel primo disco del’68, This Was, senza di lui, la musica e i suoni erano ben differenti. This Was fu un pregevole disco rock-blues con venature jazzy, che c’entra poco però con il magnifico seguito del gruppo; e ciò è dovuto al fatto che quello fu l’unico disco non capeggiato interamente da Ian Anderson giacché era in tandem con il bravo chitarrista Mick Abrahams, interessato appunto solo a quella deriva musicale elettrica blues-jazzy. Anderson, tuttavia, voleva sviluppare ulteriormente la propria musica, dunque ci fu l’allontanamento di Abrahams e il reclutamento di Martin Barre.  
​
Il disco seguente di pochi mesi, Stand Up, è di fatto il primo ed eccellente album dei JT nella originale configurazione musicale con Barre alle chitarre e Anderson a briglie sciolte: evidentemente ciò contribuì al duraturo successo del gruppo. Fu l’inizio della prima fase, quella più semplice e accattivante conclusasi nel 1972 con Thick as a Brick, con l’asse musicale basata su temi e riff connotati da suoni estremizzati, non di rado nello stesso brano, sia acustici sia elettrici ma elegantemente tendenti a una via di mezzo espressiva: né patetici né roboanti.​
In particolare, nel brano We Used to Know (quello con la memorabile sequenza di accordi che ritroveremo in Hotel California, il best seller degli Eagles), è presente un bellissimo assolo di “Lancelot” Barre, evoluto per l’epoca (1969) segnata da uno stile ancora legato al rock-blues: assolo privo dei soliti lick, senza perdere in aggressività rock in fatto di tocco e ritmica, con bella scelta di note e molto melodico, intonato (con molti bending) ed espressivo: ancor oggi andrebbe studiato… ​

​Sui Jethro Tull ho pubblicato l'analisi dei tre album "Stand Up, Benefit, Aqualung.
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2 Commenti
Paolo Falcucci link
3/5/2018 13:47:40

Una band "immensa"... Ho quasi tutto di Loro!!!

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Massimo Belfiore
17/11/2022 22:04:35

Ho avuto la fortuna da giovanissimo di vederli a Roma con la migliore formazione di sempre. Prima di loro si esibirono (gruppo spalla) i Gentle Giant. Una serata fantastica. In platea molti musicisti protagonisti del progressive rock italiano. Osanna ed altri.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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