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Libro Eroi Elettrici

Il più bel disco live di sempre? Io scelgo "Lotus" dei Santana

3/5/2013

9 Comments

 
Quello che non faccio mai (o quasi) è una classifica di questo o quello; ma stavolta mi voglio divertire e fare un po’ di attività da BAR dello SPORT.

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Il disco live che più mi piace e che ritengo il più completo di tutti i tempi, è LOTUS dei SANTANA.

É un disco “monumentale”, solenne e grande anche come impegno profuso per erigere un qualcosa che sia sicuramente un’autocelebrazione delle cose già fatte, ma anche un’ulteriore estensione: insomma è un qualcosa che rappresenta benissimo il lavoro in studio già pubblicato, ma aggiunge (considerando i vari fattori in gioco che dopo elenco), innovando e spingendo in avanti (sperimentazione e ricerca).

La parabola artistica più significativa di Santana inizia con Abraxas (1970) e termina con Oneness (1979), e come fulcro abbiamo appunto Lotus (1973).

Per la produzione di Lotus (edizione in vinile triplo, in cd doppio) è bastato registrare solo due concerti in Giappone (3 e 4 luglio ‘73) e quindi sono state scelte le migliori performance poi “montate” in sequenza: non ci sono sovraincisioni e ritocchi vari, è del tutto VERO.
Di là dei sacrosanti e inevitabili gusti personali forniti anche da affezioni emotive inopinabili, non voglio stimolare solo una classifica in tal senso, che ovviamente entrerebbe in una specie d’intervista statistica da exit poll elettorale, quello che cerco, immettendo tre arbitrari fattori con le loro antitesi, è un poco di riflessione.
Dobbiamo valutare, insomma, la dimostrazione da parte degli artisti che lo studio di registrazione lo usavano in modo "sano" (senza trucchi), pertanto che capacità possedevano di (ri)proporre i brani dal vivo tramite la stima di questi fattori:

  1. Impatto energetico / ”Atmosfera” suggestiva; grinta e aggressività insieme con evocazioni raffinate di paesaggi sonori.
  2. “Ganci comunicativi”/ Sperimentazione e ricerca; coinvolgimento del pubblico mediante cose già conosciute e collaudate insieme con spazi sconosciuti e innovativi, magari immettendo profondi arrangiamenti di brani già conosciuti o direttamente pezzi ex novo a complemento dell'opera.
  3. Strutture obbligate "virtuose" / Fluidi spazi improvvisativi liberi; dimostrare di saper suonare ed esprimersi dal vivo lucidamente, risuonando le parti più difficili eseguite in studio con altrettanta precisione e rigore insieme con spazi dove è la fantasia creativa a briglia sciolta a salire al proscenio, non ricalcando le forme e le linee già eseguite in parti e assoli precedentemente registrati.

Vince chi ha maggiormente spinto e approfondito tutti e sei questi fattori in modo più equilibrato completo e compatto: se riteniamo che qualcuno abbia spinto al massimo (da 1 a 10, 10) l’improvvisazione e i “ganci”, ma poco (3,5) le strutture e la sperimentazione e molto (7,5) sia l’impatto sia l’atmosfera, ha conseguito un ottimo risultato finale pure aritmetico (42).

Ma ai fini della nostra autovalutazione è migliore chi ha, in maniera più compatta e quindi completa, ottenuto un buon risultato in tutti e sei i fattori, anche se a livello aritmetico potrebbe essere uguale o addirittura un poco inferiore: se a un altro disco assegniamo un 7 per tutti i fattori, avremo come l’altro sempre 42, ma questo essendo più equilibrato, vince!

Ovviamente è un gioco che si potrebbe estendere a tutti i dischi di un gruppo o artista, ma in questa sede è bene limitarlo a quelli dal vivo proprio perché sono un’occasione particolare e rara in una discografia, altrimenti...

Buon divertimento e fatemi sapere!

P.S. Lotus: 8/9 - 8/10 - 10/10 = 55


9 Comments
Massimo Franceschini
3/5/2013 09:17:43

Giochino interessante...ma meno semplice di quello che potrebbe sembrare, almeno per me! Dammi il tempo di risentire alcune cose...tenendo a mente i parametri dati e confrontando i live con la produzione in studio...avremo delle sorprese!

Reply
Antonio
3/5/2013 12:36:02

Secondo il mio modestissimo parere il miglior live è il doppio "Zappa in New York" di Franza Zappa.

Questo il punteggio che gli attribuisco: 8/8 - 8/9 - 10/9 = 52

Impatto energetico: i concerti di Zappa erano degli eventi, in cui anche la componente visiva aveva una grande importanza. sul disco qualcosa si perde, ma rimane comunque una grande carica di energia
Atmosfera suggestiva: al di là del titolo, "I promise not to come in your mouth" lo ritengo un ottimo esempio di brano suggestivo e non è da meno il classico "The Torture Never Stops"
Ganci comunicativi: i duetti "teatrali" tra Zappa e Bozzio, un paio di brani "famosi", I'm the Slime e Torture Never Stops.
Sperimentazione e ricerca: basta sentire come trasforma il pezzo "Cruisin' for burgers" (già pubblicato in Uncle Meat) e la presenza per la prima volta di un pezzo divenuto poi un suo classico live, "The Legend Of The Illinois Enema Bandit"
Strutture obbligate "virtuose": The Black Page!!!
Fluidi spazi improvvisativi liberi: sono ovunque nel disco, particolarmente nei brani strumentali. Gli interventi soprattutto di Zappa mi sembrano particolarmente ispirati.

Resta un solo dubbio, legato soprattutto alle manipolazioni, effettuate dallo stesso Zappa, in post produzione.

Reply
massimo franceschini
4/5/2013 14:52:13

Ciao Antonio, in effetti dubbi secondo me non ce ne sono; sul disco ci sono scritti gli interventi, ciò che ha tolto e ciò che ha aggiunto. Zappa, coerentemente con la sua filosofia del progetto/oggetto, si riservava filosoficamente la prerogativa e la libertà di manipolare i live, ma anche il materiale in studio,al fine di consegnare al pubblico la miglior versione possibile, quando non raggiunta dal vivo, o addirittura creare brani altrimenti non suonabili. Non gli interessava, penso io, fare un live solo per far vedere quanto erano bravi...uno come lui se ne strafregava dei luoghi comuni....

Reply
massimo franceschini
4/5/2013 14:56:40

Io ricorderei anche Helsinki concert, non me la sento di dare i voti perchè non lo ascolto da tanto e non ho tempo...quel live è intonso e in 6 fanno dei pezzi strepitosi senza una sbavatura! Poi c'è spazio anche per il divertimento e i brani più disimpegnati ma ci sono veramente delle perle, suonate in maniera strepitosa, senza tanti fronzoli ma con tutto l'"aplomb" di cui erano capaci...una serata veramente in stato di grazia!

carlo pasceri
4/5/2013 15:51:27

Ciao Massimo,
dai, non ti far desiderare, partecipa; così ci dici la tua, ma almeno con i voti (ci aiutano a capire senza filosofie, stavolta).
Ci avevi promesso delle sorprese...

Antonio
4/5/2013 16:10:32

Ciao Massimo, i dubbi di cui scrivevo si riferiscono solo al valore del disco come live "puro" (come è Helsinki) che, inevitabilmente viene in qualche modo "incrinato" dagli interventi in post produzione. Per il resto Zappa ha l'onesta come sempre di dichiarare ciò che fa... e di questo gli va dato atto.

Matteo Luceri
4/5/2013 03:05:50

Mi hai fatto venir voglia di riascoltarlo! Tra l'altro, sul primo CD c'è pure scritto.. DISCONE (pessima, scusa)

Reply
carlo pasceri
4/5/2013 03:26:18

ahahahahahahahah!

Reply
massimo franceschini
5/5/2013 05:26:27

Parlavo di sorprese riferendomi allo schema analitico che proponevi, non che io avessi delle sorprese...per fare una cosa del genere mi ci vuole tempo e riascoltare alcune cose secondo questi criteri...difficile in questo momento. Comunque l'ipotesi che Lotus possa essere, secondo i parametri di cui stiamo parlando, il miglior live di sempre non credo sia così peregrina!


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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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