Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
Franco Cerri ha rappresentato per moltissimi chitarristi italiani IL chitarrista jazz; vuoi per la sua bravura, vuoi per la sua passata grande esposizione televisiva. È una leggenda vivente.
Infatti, tra i ’60 e i ’70 era spesso in TV a intrattenere il pubblico con la sua simpatia e perizia come musicista: la sua popolarità fu tale da essere ingaggiato addirittura come testimonial (si direbbe oggi) di un detersivo, prestandosi a scenette divertenti per pubblicizzarlo.
Franco Cerri è “un autodidatta che ha imparato suonando”, come lui stesso afferma, schermendosi, e iniziò a registrare dischi a suo nome sin dai primi anni Cinquanta; suonò pure con alcuni giganti internazionali.
Franco Cerri è “un autodidatta che ha imparato suonando”, come lui stesso afferma, schermendosi, e iniziò a registrare dischi a suo nome sin dai primi anni Cinquanta; suonò pure con alcuni giganti internazionali.
Non fu un innovatore della strumento, stilisticamente vicino al mainstream alla Barney Kessel, ma un magnifico vettore per il Jazz e la chitarra: in tempi in cui questo strumento furoreggiava come spada mitica dei vari cavalieri, forzatamente impegnati ad estrarla dalla roccia, lui accarezzava le corde e ne traeva suoni e armonie straniere per la maggior parte degli appassionati di musica, me compreso, svelando raffinati scenari e promettendo future avventure alternative a quelle rocciose. Impegno mantenuto, almeno per me.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e stare sul palco con lui: la sua bravura musicale è pari alla sua gentilizia umanità.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e stare sul palco con lui: la sua bravura musicale è pari alla sua gentilizia umanità.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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