Carlo Pasceri
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Pubblicazioni > Riviste musicali

Articolo pubblicato su Axe Magazine n.29 gennaio 1999

Pietre angolari

di Carlo Pasceri

Quante volte ci è capitato di prendere in mano la chitarra e la prima cosa che suoniamo è un lick blues? La pietra angolare del blues è la chitarra!
Successivamente la chitarra elettrica lo fu del rock and roll (parente stretto del blues) e poi di tutti i loro discendenti: hard rock, heavy metal ecc…
Questo, purtroppo è tanto vero e bello quanto limitante per il “comune sentire” del medio chitarrista rock: automaticamente, quasi fosse un richiamo atavico, tutto deve confluire in una frase o un lick con un sapore blues altrimenti…?
Voglio andare oltre, e posso affermare per esperienza diretta e indiretta che il medio chitarrista rock è legato all’ombelico materno del rock-blues dal cordone, è proprio il caso di dirlo, Mi basso della chitarra.
Per quanto possibile il “nostro” chitarrista fa derivare tutto, tonalmente parlando, da quel Mi: “sente” tutto in Mi minore, indifferentemente, che sia un pedale ostinato, un riff o una progressione di accordi che inizi o finisca in Mi, sarà sempre e solo in Mi! (Vedi i 2 esempi illustri).
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La pietra angolare della “chitarra rock” è il Mi basso, spesso concepito come tonica minore; questo sta rapidamente portando a una acuta crisi di creatività visto che le combinazioni armoniche-melodiche di questo “sentire” sono ovviamente limitate e già ampiamente sfruttate. Da tempo ormai l’interpretazione della “chitarra rock” si è  ridotta a essere una mera competizione di velocità ed effetti circensi: laddove non arriva l’orecchio e il cervello si sopperisce con “muscoli” ed “effetti speciali”! Ad ogni modo, il chitarrista moderno ha fato molti passi in avanti sia in senso melodico sia armonico; si è un po’ meno sviluppato ritmicamente. Tuttavia, si sta un po’ cristallizzando sulle posizioni raggiunte; la sintesi effettuata appare un po’ superficiale. Insomma, un bel pattern bebop mischiato a un gustoso lick blues, condito da un’escursione neoclassica (magari in tapping) e concluso pattern country (vedi esempio), è notevole e impressionante, ma non può essere il bollo finale sul passaporto della chitarra del 2000, per viaggiare senza confini.
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Attraverso lo scontato studio di armonia e melodia, e quindi di accordi e scale comuni e accademiche, niente, per ora, di strano e impegnativo; ma, interpretando diversamente questi stessi materiali, ben conosciuti e frequentati, cercheremo di dotarci di più note utili per arricchire il nostro vocabolario.
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