Carlo Pasceri
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Pubblicazioni > Riviste musicali

Articolo pubblicato su Axe Magazine n.90 luglio/agosto 2004

Mesa Boogie Rectifier Recording Preamp


di Carlo Pasceri

Chi non conosce gli amplificatori Mesa/Boogie della serie Rectifier?
Considerando che nella maggior parte di processori per chitarra elettrica è presente una simulazione di questo amplificatore (nato una dozzina d’anni fa), accanto ad altri amplificatori che hanno fatto la storia dell’amplificazione della chitarra elettrica come il Fender Bassman, il Vox AC 30 o il Marshall in varie configurazioni, dovremmo intendere che è popolare, stimato ed agognato.
Le testate Dual e Triple Rectifier Solo Head furono concepite e realizzate soprattutto per ottenere dei grandi suoni distorti; delle vere specialiste a riguardo.

Recto Pre

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Ora abbiamo tra le mani questo preamplificatore prodotto della casa californiana e chiamato Preamp Rectifier Recording (Recto-Preamp).
Sei valvole 12AX7A sono il cuore di questo preamp, che è stato prodotto per realizzare appunto il famoso suono della testata Dual Rectifier Solo Head con una cassa 4x12 microfonata, ma senza appunto l’ampli di potenza, altoparlanti e microfoni.
Sì perché la sfida della Mesa è stata quella di realizzare una macchina che riproducesse i suoni del Rectifier collegati in diretta ad un mixer per una registrazione più comoda e controllabile senza l’ingombro e le complicanze che derivano dal microfonare una cassa 4x12!
Naturalmente nessuno c’impedisce di collegare questo preamp ad un finale di potenza (la Mesa consiglia ovviamente i suoi prodotti come il Rectifier Stereo 2:100 o lo Stereo Simul-Class 2:90).
Questa è l’introduzione e le intenzioni programmatiche, ma andiamo a vedere più da vicino il Recto-Preamp.
Il nome di rettificatore è stato adottato poiché la Mesa ha impiegato una valvola e non un diodo, come solitamente accade, nel circuito di commutazione della tensione alternata a continua (condizione necessaria per il circuito valvolare).
Questo influisce sulle caratteristiche di riproduzione sia timbriche sia dinamiche: con la rettificazione valvolare avremo, ad un certo punto d’esercizio dell’amplificatore (ad alti volumi), una compressione naturale e morbida, mentre la rettificazione a diodi non ha questa dolce compressione e cremosa sonorità, il timbro è più veloce e duro con le frequenze più nettamente separate.
Insomma con la valvola rettificatrice dovremmo avere un suono più compatto ma cedevole e reattivo sia all’azione della mano destra sia al controllo del volume della nostra chitarra; con i diodi rettificatori avremo più dettaglio e contorni definiti ma più resistenza da parte dell’ampli a seguire i nostri comandi! Va precisato che queste sono sfumature timbriche e dinamiche importanti ma non avvertibili facilmente.


Controlli e Utilità 

Il pannello anteriore ha due prese jack una per la chitarra (Input) e l’altra per il controllo a distanza (FT.SW); poi una serie di manopole doppiata per i due canali che comprende Gain, Treble, Mid, Bass, Presence e Master (che funziona pure da controllo di volume della mandata effetti quando il loop effetti è in uso). 
I due canali però hanno degli switch differenti: il canale 1 ha quello che determina i tre modi a disposizione (Clean, Fat e Brit) con associato un led verde, e altri due mini-switch (Bright e -3Db). 
Il canale 2 ha uno switch che determina altri tre modi (Raw, Vint e Modern) con associato un led rosso.
Per concludere la dotazione del pannello anteriore troviamo dei comandi globali quindi comunitari a tutte e due i canali: i potenziometri Recording Output, Output-Live e Output-Solo, poi uno switch Preamp Voicing che è un filtro per ottimizzare la risposta in frequenza del preamp quindi abbiamo la posizione Live Bright e Warm Record, un altro switch a tre posizioni ci permette di selezionare manualmente i canali Chan 1 e Chan 2 o assegnare le funzioni alla pedaliera in dotazione (footswitch). 
Abbiamo infine i selettori Power e Standby con una bella lampadina rossa sfaccettata. 
Da segnalare che tutte le manopole sono belle e comode da utilizzare seppur poco “leggibili”: hanno una tacca di riferimento appena accennata e il pannello è privo dei numeri o segni d’indicazione che avrebbero permesso regolazioni facilmente “memorizzabili”.
Sul retro troviamo diverse connessioni: innanzitutto le prese per il loop effetti quindi Send (con potenziometro di mandata effetto), Return-L e Return-R; questo loop effetti è parallelo e con il potenziometro possiamo arrivare a togliere fino al 90% del segnale effettato, ma non possiamo rimuoverlo del tutto a causa della particolare architettura di questo loop che, a loro dire, ha così migliori prestazioni timbriche. 
Poi abbiamo le prese per selezionare a distanza (con dei footswitch) le varie configurazioni del preamp (il modo Modern, il cambio canali CH1-CH2 e la funzione Solo); due prese Record Out (To Mix Console) e due prese Live Out (To PWR Amp). 
C’è pure un miniswitch per selezionare lo scarico della massa (Ground-Lift) per contenere i rumori che si possono verificare con il passaggio della corrente. 
L’importanza del preamplificatore nella struttura timbrica del nostro suono è indiscutibile, infatti, dati per scontati il tocco e la chitarra, il succo del suono che apprezziamo (o no) deriva in massima parte dal pre il quale, dopo appunto aver ottenuto l’informazione “matrice” delle nostre mani e raccolta dai microfoni (pick-up) della chitarra, la elabora e la passa allo stadio finale il cui lavoro è quello di amplificare quel suono (ed è quindi responsabile della pressione volumetrica che alla fine ascoltiamo) fino all'eccitazione dell’altoparlante che s’incarica di emetterlo non senza prima averlo un poco rifinito sonicamente. 


I Suoni – Il Canale 1

Accendiamo questo Mesa che ha le dimensioni standard di doppio rack e peso di oltre 7 chili e lo colleghiamo subito in diretta, visto che il suo principale impiego dovrebbe essere questo. Collegando il Recto in diretta abbiamo bisogno di filtrare il nostro suono attraverso il mini-selettore Preamp Voicing, quindi posizionarlo su Warm Record per ottenere uno spettro timbrico adeguato: che insomma attenui le alte e le altissime frequenze di modo che simuli l’intervento dell’altoparlante. 
Il filtro è ben calibrato e svolge bene il compito; il timbro è abbastanza credibile considerando che un ulteriore filtraggio è oltretutto presente sull’uscita Record Out.
Proviamo subito ad impostare un suono sul primo canale pulito e definito. Quindi selezioniamo il canale 1 con il miniselettore su Clean e in effetti troviamo un bel suono pulito e abbastanza trasparente (ma con il Bright inserito e con i Treble e Presence molto aperti), con le frequenze tutte ben rappresentate ma con una appena sufficiente dinamica: con un’adeguata chitarra si possono suonare tutti i generi che vi possono venire in mente richiedenti una chitarra del tutto priva di saturazioni, dal country al jazz passando per il funk! 
Il suono diventa con facilità saturo; dobbiamo fare attenzione al controllo Master, se alzato molto influisce sull'ammontare della saturazione e questo vale per tutti i modi.
Con il mini-selettore su Fat la Mesa dichiara di aver cercato di ottenere il suono chiaro e dinamicissimo ma pure grosso e rotondo caratteristico del Mesa/Boogie Mark I; beh certamente il suono si è ingrassato con una generosa iniezione di basse e medio basse (che sono però troppi), quindi il timbro è meno limpido e ancor più tendente alla saturazione. 
Un confronto diretto con la riedizione del leggendario ampli ci dice che il suono è approssimato, l’originale ha in effetti caratteristiche timbriche simili (abbondanza di basse e medio basse) e tende facilmente alla saturazione, però per quanto concerne la trasparenza e soprattutto per la dinamica e reazione alla plettrata, siamo molto lontani.
Selezionato il modo Brit (che s’ispira ai suoni emessi da non meglio precisati amplificatori britannici) troviamo una saturazione ancora più accentuata, quindi in pratica (con magneti humbucker) non abbiamo mai un suono completamente pulito (o quasi) e timbricamente è simile al modo Fat con una punta in più di medioalte; può comunque tornare utile in molte situazioni ove si richiedesse un bel crunch basta alzare oltre la metà il Gain.
Il mini-selettore Bright funge molto bene; quando inserito rinfresca adeguatamente la risposta in frequenza delle sonorità emesse senza assottigliare troppo le note.
L’altro mini-selettore, che determina un’attenuazione di 3 dB, serve magari quando connettiamo il pre direttamente ad un mixer o comunque quando abbiamo (per qualsiasi esigenza) bisogno appunto di un’attenuazione del nostro segnale.


Il Canale 2

Passando al canale 2 dovremmo trovare il succo della faccenda Rectifier che tutti si aspettano: il famoso e pesantissimo sound che caratterizza da anni il rock più duro e di tendenza.
Andiamo in ordine e proviamo subito il modo Raw. La saturazione che offre, se non superiamo la metà corsa del potenziometro del Gain, è soffocata; non è né aperta né sostiene adeguatamente le note della nostra chitarra. 
Con il Gain oltre la metà le cose migliorano un po’, ma la tendenza ad un suono con quelle caratteristiche rimane e comunque le differenze di overdrive (ruotando il Gain) sono poco graduali: con la manopola ad ore 1:00 c’è quasi uno scatto, con il suono della nostra chitarra che ha quasi un sussulto e ci permette d’intonare qualche nota e frase più sostenute e con una certa indole al rock-blues o, ravvisata una certa eleganza nel timbro (a dispetto della denominazione), alla fusion più edulcorata.
Con il modo Vintage, che è dichiaratamente un modo che ci dovrebbe permettere dei suoni ad alto guadagno e che timbricamente rievochino i mitici vecchi Mesa, il suono si apre di più, è liquido e canta pur mantenendo la compattezza: in effetti timbricamente si avvicina ai vecchi modelli Mesa, quindi rotondo, definito, denso e con grande sustain, senza essere esageratamente carico di armoniche superiori che, quando moderate arricchiscono il timbro ma pure, quando in esuberanza, inquinarlo. 
Ciononostante i difetti individuati (soprattutto per il modo Fat) del canale 1 qui si confermano ed evidenziano.
Il timbro è duro e compresso, nel senso che è rigido e poco reagente, è quello che normalmente intendo a due dimensioni: è alto e largo ma poco o nulla profondo! 
Con un suono così non riusciamo ad infondere alle note la vitalità necessaria per renderle peculiari e quindi personali, con quel flusso energetico proprio appunto delle cose vive e vere, in movimento e pertanto calde e non roboticamente fredde. 
La principale caratteristica dei timbri vintage della Mesa/Boogie è viceversa un’eccezionale profondità e sustain che dona ai suoni una stupefacente complessità di frequenze e microdinamiche (oltre a quelle macro) che naturalmente si riflette sul suonato del chitarrista; nel bene e nel male! 
Con un ottimo pedale come il Rat o l’Expandora non è difficile ottenere suoni simili a quelli emessi da questo canale del Preamp Rectifier Recording (e in particolare, a livello tonale, nel modo Vintage).
Con il modo Modern abbiamo un suono aggressivo con ancor più guadagno ma con poca pressione e ancor meno dinamica; è meno spesso e denso degli altri c’è una forte riduzione delle medie ed una contenuta accentuazione delle basse e delle alte frequenze. 
Naturalmente con questo canale non avremo problemi a suonare parti chitarristiche proprie di tutta la galassia rock che va dall’heavy, al metal passando per l’hard core!
Però con un’opportuna equalizzazione ci potremo avvicinare anche ai suoni compressi e flautati di Holdsworth e i suoi emuli.
A proposito d’equalizzazione va detto che essa è abbastanza efficiente e interattiva nel senso che gli alti influenzano i medi che a loro volta influenzano sia gli alti sia i bassi e che quest’ultimi agiranno pure sulla porzione dei medi.
Aggiungiamo che la rete tonale (l’equalizzazione) nel canale 1 è posta prima del blocco della distorsione mentre nel canale 2 è collocata dopo il suddetto blocco. 
In ogni caso il controllo Presence è quello più adatto per rifinire gli alti e medioalti del nostro suono dopo averlo impostato con gli altri controlli, facendo molta attenzione ovviamente a quello dei Treble, che è storicamente per la Mesa un controllo fondamentale per determinare a livello timbrico il nostro suono.
Connettendo questo preamplificatore a vari finali e casse i suoni ovviamente migliorano un poco e (naturalmente), secondo quali macchinari abbiamo collegato avremo delle risposte diverse.
Abbiamo pure l’utile funzione Output-Live-Solo attivabile con il footswitch in dotazione che comprende due pulsanti: Channel e Solo. 
Questa funzione è in pratica utile soprattutto quando si suona dal vivo per avere in serbo una riserva di volume da spendere magari in assolo, regolando preventivamente dal pannello del nostro preamplificatore il salto di volume che desideriamo ottenere. 
Questa utilità è attiva su tutti e due i canali. 


Metal da Sala

Possiamo concludere che questa nuova poderosa macchina sonica della casa californiana è riuscita a metà, infatti, l’architettura, la progettazione e la realizzazione sono di gran qualità e apprezzabili, quello che però delude è la dinamica dei suoni, sono troppo compressi (con pure una velatura sulle alte frequenze e un’eccessiva carica sulle basse); sembrano creati per ossequiare le varie mode musicali del momento. 
Visto sotto questo profilo e giacché tutto sommato, con un po’ d’attenzione e studio dei controlli, abbiamo a disposizione molte sfaccettature soniche (come di solito accade per i prodotti Mesa/Boogie), il Recto può esser considerato un buon preamplificatore, preso atto del fatto che la maggior parte delle recenti produzioni discografiche sono molto compresse e ben poco dinamiche: ha bei timbri puliti, buoni crunch, robusti suoni distorti solistici e muraglie soniche metal, tutti pronti per essere facilmente registrati e “venduti”. 
Il Recto è in effetti parente stretto degli ormai celebri ampli Dual e Triple Rectifier.
Ma dobbiamo considerare che quello che differenzia maggiormente le prestazioni qualitative di un ottimo preamplificatore da un pedale o da una pedaliera, a prescindere dal taglio timbrico, è proprio la sua capacità dinamico-reattiva al suonato del chitarrista. 
La dotazione d’uscite cui è provvisto il Preamp Rectifier Recording è completa e funziona a dovere come si conviene ad una macchina professionale di alto profilo (pure economico) con un’attenzione (a dispetto delle intenzioni dichiarate dal costruttore sin dalla denominazione) all’uso più comune di questo Recto, vale a dire come preamplificatore di un finale con tanto di altoparlanti magari in contesti dal vivo cui abbisognano semplici ma fondamentali accortezze (come la riserva di volume), le differenziazioni timbriche con la flessibilità operativa e la capacità appunto di pilotare adeguatamente un finale.
I Rectifier Dual e Triple Solo Head, come ho già accennato, non sono mai stati dei campioni nei suoni puliti (seppur di buona fattura) ma si sono dedicati molto a quelli distorti e quest’ultimo Recto non fa eccezione: ci sono pochi timbri puliti e molti a basso e alto tasso di distorsione.


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Libro Piccolo Glossario Sinottico Musicale

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