Come già accennato nel precedente articolo, gli assoli musicali sono una porzione importante di musica, anche perché, tanto banalmente quanto brutalmente, aggiungono moltissime note al brano. Infatti, di solito un assolo è, oltre che possibile variante del tema melodico o riff, formato da molte linee melodiche, congiunte in modo peculiare anche come articolazione tecnica, relative alla sequenza armonica (per quanto sia minimale magari di un paio di accordi e quindi modale per esempio Tommy Bolin in Red Baron di Cobham), ovvero segmenti di note che conseguono dalla struttura degli accordi che scorrono.
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Ammettiamolo, l’assolo di chitarra è roba da vecchi. Un tempo tutte le canzoni ne avevano uno, ma oggi sono in via d’estinzione. Perché la chitarra solista è sparita dal mainstream? Così recentemente un articolista sulla rivista Rolling Stone; e ammonticchiando parecchio confusamente ed erroneamente alcune questioni e argomenti, non si è nemmeno risposto…* Però è vero, gli assoli di chitarra elettrica in special modo con timbro distorto un tempo erano più presenti nelle produzioni musicali; tuttavia la tendenza è iniziata moltissimo tempo fa**, non è cosa recente.
Verrebbe subito da chiosare considerando che storicamente nelle produzioni più disimpegnate, come quelle delle boy band, l’assolo è praticamente assente, pertanto far conseguire che più che indice di modernità la rarità di assoli è sintomo d’immaturità; e viceversa, altro che "roba da vecchi"… Ma approfondiamo un minimo. La musica è un’organizzazione di suoni (e silenzi) che in massima parte sono note, ossia suoni (a loro volta intrinsecamente correlati in modo aritmetico) generati dalla nostra voce o strumenti specificamente costruiti. La nostra prima esperienza paramusicale l’abbiamo col ritmo del cuore ancor prima di nascere. Ciò attiene al basilare concetto ritmico di suono/silenzio. Ed è proprio alla nozione di dualità cui semplicemente ci riferiamo come primaria esperienza musicale, che ci aiuta a comprendere come la musica è massimamente percepita. D’altronde è nelle differenze che si intendono meglio le cose, nel loro confronto.
“È un rock bambino soltanto un po' latino una musica che è speranza una musica che è pazienza” Così il nostro grande Ivano cantava nella sua hit di 40 anni fa “La mia Banda Suona il Rock”: il cosiddetto latin-rock fu un termine coniato per inquadrare quella peculiare musica che i Santana dal festival di Woodstock in poi diffusero nel mondo. Nei loro primi tre dischi (Santana, Abraxas e Third) in pratica c’è già tutto di questa particolare mescolanza: un’effervescente musica apparentemente tanto semplice, cantabile e sovente ballabile, quanto strutturata e innervata di finezze compositive ed esecutive.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Luglio 2019
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