Da ragazzo, quando ascoltavo dei musicisti i loro assoli pensavo che quelli più duraturi fossero per opera dei più bravi.
Questa patente ingenuità era data dall’inesperienza, che non mi attrezzava adeguatamente per poter anche solo un minimo stimare seriamente la qualità (facendo pure faticosamente la tara al mio gusto).
Mi ha (parzialmente) sorpreso; poi ho compreso il perché del suo pensiero: il musicista che avevo citato usa molto meno di altri - che il mio amico reputa ben più rapidi - la velocità, la meccanicità esecutiva.
Ed ecco ancora quantità che condizionano; in questo caso alterando la percezione generale di una caratteristica, di una tecnica: più la si usa più aumenta il suo specifico gradiente attributivo.
Ovvero, allorquando due musicisti di (all’incirca) pari velocità uno la usa assai più dell’altro, diffusamente l’uno è considerato un musicista più veloce dell’altro.
E in modo invalso, purtroppo, ciò vale per tutte le “insistenze”*: se un musicista usa parecchio una determinata tecnica o una tipologia specifica di strumento, è stimato - detto brutalmente – come più bravo di altri in quella tecnica o in quella tipologia di strumento.
Se un tastierista usa molto di più l’organo Hammond di altri, è considerato un hammondista molto più bravo di altri tastieristi; se un musicista impiega più di altri il legato o lo staccato, lo slap o il fretless o un chitarrista la leva vibrato, sono più bravi di altri in tali tecniche, strumenti ecc. ecc.
Va da sé che i motivi possono essere tanti per cui uno strumentista sceglie di adoperare una tecnica o un effetto o una tipologia di strumento notevolmente più di altri: comunque, sovente, questo facilita assai il distinguersi, ad avere uno stile sin da ciò, ancor prima dei contenuti.
* E non soltanto per il contrario, ossia di un musicista che tende a suonare in maniera lenta, con poche note, avventatamente lo si considera melodico, espressivo, che sceglie in modo accurato assai più di altri che suonano spesso in modo rapido.