Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Plagi, criptoplagi e le "infinite" possibilità della musica

17/8/2024

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Spesso sia ascoltatori sia musicisti additano questo o quel pezzo come troppo simili tra loro o peggio, veri e propri plagi.
Non di rado è così, benché non solo le note ma pure i timbri, velocità e scenari armonici possono fuorviare.
Anche nell’altro senso, cioè che una parte melodica del tutto simile a un’altra non venga percepita così analoga, allorquando suonata da strumenti assai diversi, con articolazioni tecnico-espressive e velocità differenti in scenari armonici non coincidenti. Criptoplagi.
Comunque, abitualmente chi ritiene sin troppo simile una parte rispetto a un’altra non si capacita come ciò non sia severamente sanzionato da qualche tribunale come plagio.
Ma le norme e i fattori per determinarlo sono parecchi e molto tecnici, e non è questo il punto che voglio affrontare né quello dei fuorvianti “filtri” timbrici, di velocità e armonici, bensì quello più contenutistico delle relazioni fra note.
Gli stessi musicisti sovente non sanno o non sono del tutto consapevoli delle potenzialità musicali delle strutture inerenti le note, delle loro proporzioni relative e assolute. Quindi, al netto della brutale (ma sempre importantissima) pratica che offre sicuramente soluzioni, non sono del tutto coscienti delle loro facoltà di generare qualcosa di originale.
Anche solo di semplici permutazioni di una piccolissima serie di note di solito il musicista non si rende pienamente conto.
Le permutazioni sono le combinazioni più semplici, le differenti successioni degli elementi che si possono comporre modificando il loro ordine senza ripetizioni.

Qualche piccolo esempio esplicativo.
Di una linea come La-Do-Re si hanno solo 6 possibilità permutative (pertanto senza ripetizioni e limitandosi allo stesso numero di note – in questo caso 3)
Oltre la matrice, La-Re-Do / Re-Do-La / Re-La-Do / Do-Re-La / Do-La-Re.
Va da sé (anche per l'eseguissimo numero di note) che, pur non essendo uguali, alcune suonano in modo particolarmente simile l’una all’altra.
Raddoppiando il numero di note, addizionando Mi, Sol, La dell’ottava consecutiva (rammento che nonostante la nota La sia nominata in modo identico la nota-frequenza effettiva è diversa), si giunge così a formare la famosissima scala pentatonica (5 intervalli - 6 note), in questo caso di La.
La-Do-Re-Mi-Sol-La: qualcuno può pensare che essendo doppio il numero di note in gioco si sono raddoppiate le possibilità permutative, o qualcosa del genere… No, molto, molto di più.
Da 6 permutazioni si passa a 720.
Non 2 volte tanto, ma addirittura si sono moltiplicate per 120.
Se poi aggiungiamo il Si e il Fa, formando in questo modo la “nostra” scala di La minore (La-Si-Do-Re-Mi-Fa-Sol-La), si hanno 40.320 permutazioni realizzabili.
Con l’addizione di altre solo 2 note alla scala pentatonica, abbiamo moltiplicato per 56 volte le sue possibilità combinatorie.
Ricapitolando, con tre note 6 eventualità, con sei 720, con otto 40.320.

Insomma, pure prendendo brevemente in esame solo il concetto permutativo (per semplicità di spiegazione) e non quello combinatorio più ampio, che aumenta esponenzialmente i numeri e quindi le potenzialità musicali (e che di fatto è quello più presente in musica), dovrebbe emergere chiaramente che meno note sono in gioco e con sempre le stesse strutture scalari di base, meno facoltà creative si hanno (e quindi più si assomigliano le soluzioni); aumentando di poco quei fattori si aumentano tantissimo le possibilità di esser originali nei fondamentali contenuti melodici, che potranno poi essere ulteriormente differenziati con elementi armonici a loro volta diversificati.

Di plagi, criptoplagi o quasi plagi ce ne sono fin troppi, no?!
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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