Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

L'arte della falsificazione: alcuni celebri casi musicali

18/4/2025

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Omnis homo mendax, recita un verso dei Salmi; gli uomini sono menzogneri.
Sì, insomma, tutte le persone mentono; chi più chi meno, a seconda delle circostanze e con varie sfumature, declinazioni e coniugazioni qualitative e quantitative. La menzogna è in noi, nel nostro mondo. Quindi bugie, imposture ecc. c’entrano anche con la musica.
E già, può sembrare strano, ma da secoli ufficialmente nella terminologia musicale ci sono alcune locuzioni come “falso bordone” o “cadenza d’inganno”, che evidentemente si riferiscono a ciò. Estetiche e poetiche delle mistificazioni musicali.
Dunque, in musica ci sono parecchie tattiche e strategie per falsificare, ingannare, la percezione di chi ascolta, sia in termini contenutistici (per esempio quelle relative alle locuzioni sopra esposte) sia in quelli formali, timbrici.
​La più diffusa e semplice impostura da comprendere è l’emulazione dei suoni, la simulazione timbrica di strumenti da parte di altri strumenti, comprese le voci umane.
Qualche esempio.
Tutti conoscono la storia (orrenda) dei cantanti castrati; per mantenere, da adulti, voci con particolari estensioni nel registro acuto e timbriche tipiche dei ragazzini in prepubertà; voci "angeliche” (imitate a loro volta pure da adulti tramite una tecnica chiamata - guarda un po’ -  “falsetto”).
Ancora per le voci, l’imitare suoni e parti tipiche degli strumenti musicali, Bobby McFerrin, un maestro; abbiamo anche il nostro bravo Gegè Telesforo. 
​Tantissimi i casi degli strumenti, soprattutto dal Novecento, dall’avvento dell’elettronica. Alcuni esempi: il piccolo organo Hammond fu ideato e sviluppato per simulare i giganteschi organi a canne delle chiese; e ancora a quei tempi (quasi un secolo fa), un proto sintetizzatore chiamato Trautonium (dal nome del suo inventore Friedrich Trautwein), capace di emulare alcuni strumenti orchestrali*. 
​Da qui il passo sarà breve ai moderni sintetizzatori e batterie elettroniche, poi sempre più accurati e in grado di falsificare - e ingannare o quantomeno suggestionare anche ascoltatori attenti - i timbri di moltissimi strumenti.
Un ultimo esempio sui timbri, ma di altra natura e generale, su un’intera parte suonata: l’introduzione della canzone degli Yes Owner of a Lonely Heart principia con un fill di batteria come registrato a bassa qualità (degradato appositamente filtrando con equalizzatori), poi chitarra che sembra provenire dal fondo di una sala concerto vuota (tramite simulatori di ambienze: processori chiamati riverberi e delay o eco) - cui si aggiungono anche basso e batteria - per poi iniziare tutti insieme in modo normale, riducendo i processamenti di ambienze, ottenendo un incisivo effetto di prossimità: l’impatto dinamico è così aumentato. 
​Peraltro l’effetto “octaver” e la sua evoluzione chiamata “harmonizer” simulano raddoppiamenti o più di strumenti che suonano mediante duplicazioni con diverse intonazioni del segnale originale: il solo di chitarra di Owner of a Lonely Heart è realizzato con l’harmonizer. Altresì usato da Adrian Belew per emulare il barrito dell’elefante in Elephant Talk dei King Crimson**. 
​Gli inganni propriamente musicali sono assai, ma non così semplici da notare; quelli ritmici sono i più diffusi, solitamente si falsifica la percezione della pulsazione principale affinché gli ascoltatori siano sorpresi, destabilizzati, dalle varie ritmiche nel fluire del tempo, per esempio tutta la prima parte di BNH del gruppo The Brand New Heavies. 
Oppure l’effetto scalare o glissato (chiamato scala Shepard) che sembra salire (o ascendere) infinitamente: lo si può ascoltare nella coda di Teo Torriatte dei Queen.
Molti tipi d'imposture, manipolando e gestendo timbri/melodie/armonie/ritmi, bugie sonore per suggestionare, generare spazi e tempi e presenze inesistenti, o inaspettate attese con sorprendenti “risposte” musicali.
Insomma, si potrebbe ben dire: e conobbero la bellezza della menzogna. (Fëdor Dostoevskij) 

* Addirittura con questo strumento fu realizzata gran parte degli effetti sonori nel film "Gli Uccelli" di Alfred Hitchcock, per imitarli.
​
** L’effetto elettronico chiamato onomatopeicamente wha wha (peraltro il più famoso modello fu chiamato cry baby – altra diretta correlazione) deriva da ciò che con la sordina davanti alla campana delle trombe i jazzisti del secolo scorso riuscivano espressivamente a realizzare, per esempio - segnatamente quelli dell’orchestra di Duke Ellington - imitazioni di versi di animali, evocando così le giungle africane.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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