E, come molti sanno, quando si parla di storia dell’arte s’intende quella figurativa; pertanto in stragrande parte dipinti, poi sculture, con rimandi all’architettura.
Dando per scontato che segni, tratti, colori, simboli, allegorie e quant’altro presenti in un dipinto è affascinante e importantissimo per la storia dell’umanità, sarà per la risaputa natura matematica e fisica della musica, ma a me sono gli elementi dell’architettura (con le sue conseguenti ingegnerizzazioni applicative) che mi hanno particolarmente attratto.
Quindi termini e concetti come strutture verticali/orizzontali, raccordi, archi, chiavi di volta, tensioni, spinte/contro spinte, ornamentazioni, sospensioni, staticità ecc. possono essere facilmente traslati in musica; infatti lo sono: anche lessicalmente molti sono adottati ormai da secoli.
Ed è importante comprendere quel che fattualmente corrispondono nella dimensione musicale, perché così (un musicista come sintesi o un musicologo come analisi - o un semplice ascoltatore) si riuscirà con più efficienza ed efficacia qualitativa a entrare in contatto con la musica e gioirne perché molto più consapevoli.
Dunque, ancorché limitate a vecchie nozioni e non del tutto corrispondenti a oggettive condizioni e realtà musicali, in scritti o verbalizzazioni sovente s’incontrano termini di quel tipo; rendersi conto del loro impiego (sperando in quello più corretto possibile) è soprattutto per i semplici ascoltatori un passo importante nel rendersi attivi e in qualche modo partecipare alle musiche che fruiscono.
Quindi mitigare il comunissimo subire la musica del tutto passivamente e coglierne perlomeno i suoi caratteri generali è goderne di più (benché chi non è consapevole di ciò pensa sia già giunto al massimo della gioia nell’ascolto).
D’altronde, sebbene diversamente da tutte le altre arti (nonché discipline) la musica sia asemantica - è “solo” energia (invisibile) nel tempo pertanto esoterica ed elusiva - ciò non corrisponde al fatto che sia priva di senso, di pensieri e pianificazioni, strutture ecc.; dunque capirla (benché la più impegnativa di tutte) è un po’ come capire le simbologie e le allegorie presenti in un quadro: la famosissima La Primavera di Botticelli a molti può piacere anche solo come elemento visivo, tuttavia...
La musica va ben oltre la superficie dei meri sensi (che comunque rimane come dimensione di fruizione pure per chi la intende profondamente), comprenderla si accresce magnificamente l’esperienza.