La forma della canzone Diesel di Eugenio Finardi è tutta qui: A, B e C, un elementare abbecedario; eppure è straordinaria.
Lo è anzitutto perché c’è l’intervento solistico al piano elettrico di un eccezionale musicista: Patrizio Fariselli, tastierista e leader del formidabile gruppo jazz-rock Area.
Con i suoi interventi solistici ha potentemente innervato di Jazz un brano Pop-Rock. E ciò fu tra i primissimi esempi, se non il primo, nell’ambito del panorama nazionale.
(Per quello internazionale lascio ai lettori il divertimento nel ricercare dei precedenti; non sarà facile: buona caccia.)
Pertanto, il nucleo è voce, piano elettrico, basso e batteria; poi ci sono alcuni secondari inserti di fiati e pianoforte, specialmente nella parte C (ponte) che è strumentale.
Ma andiamo per ordine: già nell’intro, sul riff di tre accordi (tutto in minore) c’è il primo, lungo, assaggio pianistico, poi la strofa (A) del nostro grande Finardi, con la sua vibrante energia, col suo imponente pathos nel cantare di cose terrene, di strada, di vita di tutti i giorni, di problemi e sogni quotidiani...
La sezione è di 10 misure, esposta due volte.
Segue la sezione B, ancora 10 misure, ma per una volta sola: simile alla A, soltanto di due accordi.
La parte C, strumentale, su tre diversi accordi: modulazione armonica (tutto in maggiore) folcloristico-classicheggiante, di 9 misure.
Di seguito la formale struttura di Diesel, cui si evincono lo stravagante numero di battute delle sezioni e la preponderanza degli interventi di Fariselli.
A canto 10 mis x 2
B canto 10 mis
C strumentale 9 mis
A piano elettr 8 mis
Si ripete A - A / B/ C poi
A solo piano elettr 32 mis
A canto 12 mis
A solo piano elettr per oltre 20 misure, a sfumare
Nella lunga parte di 32 battute del solo, da notare come Tavolazzi e Calloni assecondino benissimo Fariselli, variando (da 3’10’’ a 3’49’’) il groove in senso jazzistico ma non sfacciatamente - tuttavia sostanzialmente - suonando in modo raffinato accennandolo appena, facendo decollare il tutto.
Insomma, al netto delle singolari lunghezze delle sezioni e dell’abilità della "ritmica" (è mantenuto su ottimi livelli per tutto il brano pure il groove delle parti cui non ci sono i soli - immettendo delle mini variazioni di gran classe), è ancora attualissima l’eccezionalità storica di tali quantità e qualità jazzistiche degli interventi di un musicista in un brano Pop-Rock.
* Partecipò anche in alcuni brani del disco Maledetti degli Area (1976).