E già, sono appena tornato da un lungo e intrigante “viaggio” che l’amico Antonio Lisi mi ha invitato di fare per approfondire la conoscenza di quel bizzarro brano di Jim Pepper (sassofonista e compositore), che pubblicò nel 1969 (in un 45 giri) con il suo gruppo Everything Is Everything.
Fenomenale è che per tutto ciò sono bastate pochissime note: Witchi Tai To è elementare, semplicissimo, basato su un canto tradizionale di nativi americani.
Dunque una iper ritmica filastrocca cantata (in stragrande maggioranza reiterando moltissime volte la nota La), con una minuscola apertura melodica del sax, sostenute da una breve e convenzionalissima sequenza accordale (sei accordi - uno per ogni misura di 4/4).
In ogni caso non si può non notare quanto Pepper abbia influenzato alcuni tratti dello stile sassofonistico di Garbarek, che proprio in quel tempo stava giungendo alla ribalta mediante la collaborazione con Keith Jarrett, e mutando il suo approccio di provenienza free, divenendo più ampio e lirico.
Di pochissimo appresso la versione degli Oregon contenuta nel disco Winter Light (1974). Questa loro è una versione ancor più ellittica e minimale, con i temi allusivamente esposti; peraltro è suonata principalmente da Ralph Towner al pianoforte, poi con un mini riff di sitar e appena accennata percussione-metronomo.
Si scorgono pure in due importantissimi musicisti come Keith Jarrett e Pat Metheny, infatti, per esempio in Spiral Dance e Long As You Know You're Living Yours (tanto per citare due brani presenti nel disco Belonging proprio con Garbarek e il suo gruppo); ed è l’amalgamare semplici armonie piuttosto “americane” (tonal-bluesy) con un certo “modalesimo”, accattivanti motivi melodici e scansione ritmica “dritta” tendenzialmente backbeat.
E ciò ascende in Metheny in parecchi brani già dei dischi della sua primissima produzione (Watercolors, American Garage, New Chautauqua), o segnatamente nel pezzo Two Folk Songs (album 80/81). D’altronde, forse sarà un caso, iniziò la sua carriera discografica con Bob Moses alla batteria (collaboratore in più occasioni di Pepper sin dal 1967), e successivamente suonò con Dewey Redman e Charlie Haden (collaboratori di Jarrett di quei tempi).
Insomma, dai racconti e l’intonazione dei canti del nonno di Pepper a lui, sui loro antenati nativi americani, fino a noi oggi, Witchi Tai To ha fatto “viaggiare” molte persone...
Garbarek in Norvegia, gli Oregon hanno appreso del brano da lui (e non direttamente da Pepper), e tutte le miriadi sparse nel tempo e in milioni di chilometri quadrati; pure qui e ora: la musica è magica, non ha confini, nemmeno la luce è come lei, non la ferma nulla e nessuno, nemmeno muraglie – materiali e non – erette da noi stessi.
* Jan Garbarek - Bobo Stenson Quartet, con Palle Danielsson al contrabbasso e Jon Christensen alla batteria.
** In tal senso va rammentato il sempre troppo poco citato e conosciuto Gábor Szabó, pioniere dell’ethno-world nei pieni anni Sessanta.