Sgomenta che dalla straconosciuta e abusata scala blues (la Pentatonica minore con aggiunta una nota di passaggio - la quinta bemolle), impiegata in innumerabili assoli e alcuni tra i più celebri riff del Rock, si tiri in ballo la Sinfonia n.5 di Beethoven.
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Quello degli statunitensi The Last Poets è proprio uno strano caso.
É il nome di una specie di laboratorio musicale che esordì discograficamente nel 1970 (The Last Poets); un’ibridazione tra testi fortemente socio-politici - declinati e declamati poeticamente - e percussioni. Tutti afroamericani. Fu un’importante innovazione, pure perché precursori del rap/hip-hop dei decenni successivi*. Con la locuzione “opera di transizione” spesso s’indica qualcosa di più bassa qualità del solito, di un po’ confuso, incompiuto: la parola transizione come sintesi rappresentativa di una crisi.
Invece questa fase di passaggio per i grandi artisti è non raramente una condizione di grande fermento creativo e importanti realizzazioni. Un plastico esempio è dato dai Weather Report con il loro quarto disco in studio Mysterious Traveller (1974). Ieri sera, casa mia, dopo cena…
Valerio: ma stai dicendo che in sostanza tutte le note vanno sempre bene, in qualsiasi circostanza musicale?! Sì, non ci sono limiti, se non quello di sapere cosa si vuole ottenere e quindi conseguirlo, scegliendo quali note… Sono scorrette le classiche prescrizioni, come pure quelle più flessibili e moderne di scuola Jazz, quando pretendono di essere di carattere assoluto. Sono valide se si vogliono ottenere precisi risultati in precisi stili, nulla di più. In musica gli elementi africani, tribalistico-etnici, si sono diffusi principalmente per opera dei Santana e del nigeriano Fela Kuti, a cavallo tra i Sessanta e i Settanta del secolo scorso*.
Loro, con ovvie e rilevanti differenze stilistiche, in modo continuativo (e Santana con particolare successo) hanno strutturato i loro brani mediante ritmi e riff di chiara discendenza africana, quindi non semplicemente “colorati” del “continente nero” da qualche percussione. Mozart, Genesis, Debussy, Tool... cosa c’entrano gli uni con gli altri? Il numero divino, ovviamente.
Da tempo si legge da più parti che alcuni compositori musicali avrebbero utilizzato la Sezione Aurea... Se pure fosse, sarebbe del tutto inutile. Comunque, sono secoli che si reputa che il mistero dell’armonica e universale bellezza stia in uno speciale rapporto tra le varie parti e il tutto. Ed è più che ragionevole ritenerlo. E allora? |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Ottobre 2024
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