Apocalypse della Mahavishnu Orchestra (registrato marzo 1974, pubblicato poco dopo) l’ho riascoltato varie volte nel corso dei decenni, da quando da adolescente lo conobbi; oggi è pertanto solo l’ultima di una lunga serie.
Non di rado mi è capitato di ascoltare dischi che poco mi erano piaciuti da giovane e che dopo tanti anni invece li ho maggiormente apprezzati; li ho compresi più profondamente, quindi ridimensionando il loro livello qualitativo, mi sono anche piaciuti di più.
Apocalypse della Mahavishnu Orchestra (registrato marzo 1974, pubblicato poco dopo) l’ho riascoltato varie volte nel corso dei decenni, da quando da adolescente lo conobbi; oggi è pertanto solo l’ultima di una lunga serie.
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Nel Rock il risultato è spesso superiore alla somma delle singole parti. È al contempo la sua forza e la sua debolezza.
Questione sovente non presa nella giusta considerazione, ancorché discretamente nota, almeno superficialmente. E già, rispetto ad altri generi musicali, per vari ordini di motivi (che poi indagheremo), l’esito musicale dato dall’apporto dei singoli componenti dei gruppi risulta essere, soprattutto all’orecchio dell’appassionato, più moltiplicato che addizionato. Di conseguenza, allorquando si verifica nei gruppi qualche sostituzione di persone, molte volte gli ascoltatori - che fino ad allora li hanno molto apprezzati - riscontrano variazioni musicali che poco accettano. Va da sé che il gruppo più è amato più subisce ciò. Di quel gran gruppo chiamato Toto*, Turn Back (terzo loro disco - gennaio1981) è mediamente considerato l’anatroccolo - perlomeno storicamente e in relazione al cigno seguente, IV (aprile 1982), gran successo commerciale trainato dal singolo Rosanna (fatto uscire prima dell’album) – e al loro disco di debutto.
Dopo molti anni un po’ rivalutato, Turn Back fu invece un’ottima prosecuzione dei due precedenti, pure perché un po’ differente: è un album più duro, poco o nulla funky, shuffle e “classicheggiante”; caratteristiche che fino ad allora avevano permeato considerevolmente il loro grintoso rock. Da un caro amico ho recentemente ricevuto in regalo – in un’allegra livrea gialla (colore a me assai caro) – La storia dell’arte di E. H. Gombrich; tra i più importanti studiosi e storici dell’arte del Novecento.
E, come molti sanno, quando si parla di storia dell’arte s’intende quella figurativa; pertanto in stragrande parte dipinti, poi sculture, con rimandi all’architettura. Strumentali o cantate che siano, le musiche del XXI secolo che appaiono più di buon rango di solito sono semplicemente ammalianti “verniciature” con pochissima sostanza dietro.
È una pratica iniziata già tempo addietro, in epoca moderna, ma perfezionata con le tecnologie contemporanee, che consentono sia manipolazioni tanto facili quanto profonde, impensabili fino a qualche anno fa, sia approvvigionamenti culturali e fattuali della “letteratura” precedente: accesso – pressoché gratuito - a tutto lo scibile musicale. |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Aprile 2025
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