Si può individuare qual è quest’essenza che, ancor più profondamente della stessa struttura della logica musicale più immediatamente correlabile (ossia l’assetto sintattico-algoritmico che fornisce nessi coerenti atti al processo musicale e alla sua rappresentazione formale - sistemi scalari, armonizzazioni, durate -), la caratterizza?
Sì, della musica la sua essenza, il suo statuto ontologico, in varie forme e sia nel micro sia nel macro, è la ripetizione.
Una nota è data da un’onda sonora di vibrazione periodica, cioè ripete lo stesso movimento a intervalli di tempo regolari. Altresì sono generate frequenze multiple della fondamentale chiamate armoniche, le quali sono somme della stessa frequenza fondamentale replicata n-volte: se la fondamentale è 100 Hz, la seconda armonica è 100 + 100 = 200Hz, la terza 100 + 100 + 100 = 300 Hz e così via.
Il ritmo: è il fattore più chiaro in tal senso, infatti è del tutto invalso definire il ritmo come eventi che si ripetono con cadenza regolare, ciclica. D’altronde pure ritmi musicali molto irregolari e complicati (al netto che dopo un po’ si ripetono pressoché uguali) soggiacciono alla regolarissima pulsazione che ordina il tempo, cui in musica tutto e tutti fanno riferimento.
La melodia. A parte i riff, di per sé ripetitivi, nella stragrande maggioranza dei casi ci sono significative reiterazioni di rilevanti segmenti melodici nelle sezioni del brano; peraltro le sezioni stesse sono ribadite nel procedere musicale, quindi le intere parti melodiche.
L’armonia. Simile discorso alla melodia*, oltre a esserci spesso dei passaggi accordali replicati nelle varie sezioni, essendoci la reiterazione delle sezioni, le intere parti sono ribadite.
Di più, sovente nella componente forma del brano l’intera armonia è ripetuta, tanto che ciò è comunemente chiamato “giro di accordi”.
La forma. Come già accennato, l’intero ordinamento costitutivo dei brani è organizzato da repliche delle sezioni e dal generale da Capo al Coda (o al segno), cioè che esaurita l’esposizione delle differenti parti (p.e. AABAC ecc.) si reitera in blocco tutto (o parte di esso).
D’altronde è cosa antica; si sa che la poesia e la musica sono parenti, sono "le arti amanti" (recente libro del grande poeta Mario Luzi).
Fino all’Otto-Novecento, in cui si è sempre più diffuso il verso libero, la poesia è caratterizzata da ripartizioni in strofe di distici o terzine ecc., versi metrici (endecasillabi ecc.) e rime; la sua musicalità deriva da queste rigorose ripetizioni.
Dunque, l’essenza della struttura musicale è la ripetizione: sia quella profonda sia quella manifesta, dal micro delle note al macro delle intere forme dei brani (ai ritmi, melodie e accordi); essa impera in musica.
E le quantità di ripetizioni, perciò ancor più delle qualità contenutistiche, determinano il gradiente medio di “comprensione” della musica.
II pubblico tende ad apprezzare di più musiche con molte (e brevi e chiare) ripetizioni piuttosto che brani con poche reiterazioni, sparse (e più eclissate) e con cicli più lunghi delle varie parti: il Pop piace di più del Progressive; come il Blues, Hard-Rock o il Metal più del Jazz, Jazz-Rock o la Classica, e la Dance più della Fusion.
* A volte sono presenti gli arpeggi armonici - similarmente ai riff - di per sé ripetitivi.