E ciò è strettamente connesso all’armonia, alla simmetria; sia in senso aritmetico sia geometrico.
L’armonica bellezza delle proporzioni, alla relazione tra le varie parti e il tutto, afferisce pure a un equilibrio intuibile - giacché comunemente esperibile (basta guardarci allo specchio) - dato dalla simmetria.
Formidabile strumento d’indagine conoscitiva della realtà.
Per esempio, ponendo la nota Do a fondamento, Do, Sol e Fa.
Ritennero questi, gli intervalli più consonanti in assoluto, armonici, relativamente a una nota base; ebbero ragione.
Ma di qui in poi - nel corso dei secoli a tutt’oggi - c’è stata parecchia confusione nel tentativo di statuire che l’eptatonica* scala Maggiore (Ionica) sarebbe la scala delle scale, la scala naturale (e il conseguente Sistema diatonico-tonale coi suoi aggregati accordali), giacché sarebbe originata da teorie e sperimentazioni scientifiche.
Machiavellicamente - teorici, musicisti, musicologi e quant’altri hanno tentato di provare ciò: forse hanno convinto i più, ma con argomenti pretestuosi e fallaci.
Altrimenti non avrebbero potuto poiché quella scala non corrisponde ad alcun principio “naturale”, fisico-acustico.
Solo mediante salti logici, forzature, approssimazioni ed errori si può giungere alla conclusione che la scala Maggiore è quel che pretendono sia.
Al netto che finalmente all’alba del ‘700 furono scoperte le armoniche delle note (fenomeno fisico-acustico che invalida tutta l’impalcatura della scala Maggiore e i suoi derivati diatonico-tonali), in termini di contestualizzazione estetico-filosofica degli esperimenti scientifici di Pitagora e la sua scuola (la ricerca dell’armonia), una scala coerente, appropriata, è casomai un’altra.
Ponendo come modello formale quello pitagorico della divisione aritmetico-armonica (e geometrica) del monocordo, quindi gli intervalli di (ottava) quinta e quarta come pilastri della consonanza simmetrico-musicale, per generare altre note si può applicare il medesimo concetto semplicemente principiando a loro volta da queste note e conservando il loro vettore intervallare.
Quindi dal Sol (che è una quinta ascendente rispetto al Do) si sale di una quinta e si trova il Re, e dal Fa (che è una quarta ascendente relativamente al Do) si sale di una quarta e si trova il Sib.
Ordinandole in scala si ottiene Do-Re-Fa-Sol-Sib (Do), ovvero una scala (cosiddetta) pentatonica (parente alla scala Dorica**) diretta discendente da quella trifonica originale***.
Questa procedura perfettamente coerente e logica, correlata alle pitagoriche premesse e conclusioni di armonia e simmetria, ha questa struttura scalare:
Tono - Tono e mezzo – Tono - Tono e mezzo - Tono
Dunque, anche configurazione palindroma: procedendo al contrario si trovano le stesse note.
Tutto ciò non esiste per la scala Maggiore (Ionica) - essendo il suo assetto affatto asimmetrico - contraddicendo in pieno l’originale matrice strutturale:
Tono - Tono - Semitono - Tono - Tono - Tono - Semitono
Altresì, pure solo pensando ai concetti di armonia e simmetria che la scuola pitagorica professava e all’esito del fondamentale esperimento del monocordo, l’effetto atteso della scala “penta-dorica” trovata è aderente a una percezione di serena maestosità; olimpica vien da dire.
C’è condensata una fiera energia senza tensioni (“dissonanze”), con sospensioni e slanci.
Anche gli accordi che si possono costruire hanno le medesime qualità.
La Ionica si distingue per altri effetti percepibili: tensioni (“dissonanze”) e “molli” risoluzioni dovute ai cromatismi (assenti nell’altra scala), disattendendo così la struttura e gli effetti “sensazionali” del modello originario. Incongruente.
* Scala costituita di 7 note; ma anche qui un macroscopico errore: per compiere la struttura della scala è necessaria un’ottava nota, pertanto la scala è di 7 intervalli e 8 note.
** Infatti, replicando ancora si trovano La e Mib, andando così a costituire la scala Dorica (di DO).
*** Da sottolineare che questa scala è di raro uso, pur essendo una modalità (quindi traslata) della comunissima, abusata, scala Pentatonica (corrispondente all'accordatura della chitarra).