Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Alla ricerca della scala "perfetta"

1/12/2024

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Molti sanno che il fondatore della teoria musicale occidentale volta alla ricerca acustica, basata sulla formale concettualizzazione numerica, è Pitagora (e la sua scuola – i pitagorici).
E ciò è strettamente connesso all’armonia, alla simmetria; sia in senso aritmetico sia geometrico.
​L’armonica bellezza delle proporzioni, alla relazione tra le varie parti e il tutto, afferisce pure a un equilibrio intuibile - giacché comunemente esperibile (basta guardarci allo specchio) - dato dalla simmetria.
Formidabile strumento d’indagine conoscitiva della realtà.
Quindi, circa due millenni e mezzo fa, mediante il monocordo si giunse alle divisioni a metà (1:2), 2:3 e 3:4 della corda, che corrispondono agli intervalli chiamati rispettivamente di ottava, quinta e quarta.
Per esempio, ponendo la nota Do a fondamento, Do, Sol e Fa.
Ritennero questi, gli intervalli più consonanti in assoluto, armonici, relativamente a una nota base; ebbero ragione.

Ma di qui in poi - nel corso dei secoli a tutt’oggi - c’è stata parecchia confusione nel tentativo di statuire che l’eptatonica* scala Maggiore (Ionica) sarebbe la scala delle scale, la scala naturale (e il conseguente Sistema diatonico-tonale coi suoi aggregati accordali), giacché sarebbe originata da teorie e sperimentazioni scientifiche.
Machiavellicamente - teorici, musicisti, musicologi e quant’altri hanno tentato di provare ciò: forse hanno convinto i più, ma con argomenti pretestuosi e fallaci.
Altrimenti non avrebbero potuto poiché quella scala non corrisponde ad alcun principio “naturale”, fisico-acustico.
Solo mediante salti logici, forzature, approssimazioni ed errori si può giungere alla conclusione che la scala Maggiore è quel che pretendono sia.
​
Al netto che finalmente all’alba del ‘700 furono scoperte le armoniche delle note (fenomeno fisico-acustico che invalida tutta l’impalcatura della scala Maggiore e i suoi derivati diatonico-tonali), in termini di contestualizzazione estetico-filosofica degli esperimenti scientifici di Pitagora e la sua scuola (la ricerca dell’armonia), una scala coerente, appropriata, è casomai un’altra.
Ponendo come modello formale quello pitagorico della divisione aritmetico-armonica (e geometrica) del monocordo, quindi gli intervalli di (ottava) quinta e quarta come pilastri della consonanza simmetrico-musicale, per generare altre note si può applicare il medesimo concetto semplicemente principiando a loro volta da queste note e conservando il loro vettore intervallare.

Quindi dal Sol (che è una quinta ascendente rispetto al Do) si sale di una quinta e si trova il Re, e dal Fa (che è una quarta ascendente relativamente al Do) si sale di una quarta e si trova il Sib.
Ordinandole in scala si ottiene Do-Re-Fa-Sol-Sib (Do), ovvero una scala (cosiddetta) pentatonica (parente alla scala Dorica**) diretta discendente da quella trifonica originale***.
Questa procedura perfettamente coerente e logica, correlata alle pitagoriche premesse e conclusioni di armonia e simmetria, ha questa struttura scalare:

Tono - Tono e mezzo – Tono - Tono e mezzo - Tono

Dunque, anche configurazione palindroma: procedendo al contrario si trovano le stesse note.
Tutto ciò non esiste per la scala Maggiore (Ionica) - essendo il suo assetto affatto asimmetrico - contraddicendo in pieno l’originale matrice strutturale:

Tono - Tono - Semitono - Tono - Tono - Tono - Semitono

​Altresì, pure solo pensando ai concetti di armonia e simmetria che la scuola pitagorica professava e all’esito del fondamentale esperimento del monocordo, l’effetto atteso della scala “penta-dorica” trovata è aderente a una percezione di serena maestosità; olimpica vien da dire.
C’è condensata una fiera energia, con neutralità e slanci.
La Ionica si distingue per altri effetti percepibili: neutralità e due tensioni con “molli” risoluzioni dovute ai cromatismi (assenti nell’altra scala), disattendendo così la struttura e gli effetti “sensazionali” del modello originario. Incongruente.
​
Ogni tanto riprendo questi temi e argomenti (diffusamente presenti nei libri Tecnologia Musicale e Quaderni Musicologici) perché ritengo che da troppo tempo nei vari settori musicali (teorici e pratici) ci siano cose che non vanno - troppo retrive e scorrette - e sin troppo propalate, e quindi assorbite, anche dagli appassionati ascoltatori, pertanto stimolato di dare il mio minuscolo e umile contributo affinché questo possa esser almeno un po’ mitigato.
​​
* Scala costituita di 7 note; ma anche qui un macroscopico errore: per compiere la struttura della scala è necessaria un’ottava nota, pertanto la scala è di 7 intervalli e 8 note.

** Infatti, replicando ancora si trovano La e Mib, andando così a costituire la scala Dorica (di DO).
​
*** Da sottolineare che questa scala è di raro uso, pur essendo una modalità (quindi traslata) della comunissima, abusata, scala Pentatonica (corrispondente all'accordatura della chitarra).
​
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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