La musica è la massima espressione della bellezza.
Come ci informa l’enciclopedia Treccani, il concetto di bellezza rinvia a ordine, armonia e proporzione delle parti.
A cominciare dalla struttura della singola nota, infatti, i rapporti in progressione delle note, insite nel suono fondamentale che si emette, sono sempre gli stessi e semplicissimi; una nota è rappresentabile con un’elegantissima serie di numeri che, data la frequenza matrice 1, si sviluppa così: (1) + 1/2 + 1/3 +1/4 + 1/5 + 1/6 + 1/7 +…
In matematica questa successione è chiamata serie armonica.
Come è pure esito matematico il Sistema Temperato usato in Occidente dalla fine del Seicento; pertanto la scala generale, chiamata scala Cromatica (di dodici note), cui sono desunte tutte le altre, a cominciare dalla scala Maggiore (quindi Minori, Pentatoniche ecc.) e base per le costruzioni di tutti gli accordi.
Infatti, ciò è dato da una precisa partizione dello spazio musicale ottenuta dalla radice dodicesima di 2.
Si ottiene così il coefficiente numerico (1,05946…) che sistematizza tutte le distanze delle note, mantenendo lo stesso rapporto logaritmico tra loro.
E sono rigorose anche le proporzioni delle strutture armonico-accordali, per esempio il DO maggiore (Do - Mi – Sol, quindi terza maggiore + terza minore, intervallo complessivo di quinta giusta) ha queste relazioni tra le sue frequenze sonore.
(Di seguito il basilare schema indicante i rapporti di durate che sempre concernono il fare musica)
Nessuno sa se "la bellezza salverà il mondo", ma è indubbio che se salviamo la musica salviamo la bellezza.