Dopo il post di ieri su Mike Stern, sempre in tema di Fusion, credo sia necessario un piccolo approfondimento su cosa determini questo genere. È facile immaginare si tratti di un genere che ne misceli altri, ma quali e come? Per ottenere la musica che è passata alla storia come Fusion, dobbiamo tenere conto che essa si realizza davvero quando chi la compone e la suona è “bilingue”, ovvero in grado di padroneggiare la lingua Jazz e fonderla con quella Rock e dintorni, ovvero Heavy Metal, Funk ecc.
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Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Nell’era d’oro della Fusion (dai primi ’80 e per circa dieci anni) il chitarrista-compositore Mike Stern fu tra i musicisti più influenti e inneggiati. Stern è una specie di Charlie Parker che incrocia Jimi Hendrix e James Brown; il perfetto contraltare stilistico del sofisticato e pacato Pat Metheny: loro due furono i più importanti riferimenti tra i chitarristi e tra i più rilevanti in assoluto della musica strumentale dell’epoca, furoreggiarono.
Dagli anni Ottanta fino a oggi sono pochissimi i batteristi degni di nota, tra questi Dave Weckl. A partire dalla metà di quel decennio si distinse nel genere Fusion poiché, seppur nello stile diffuso all’incirca da metà dei ‘70 soprattutto per opera di Steve Gadd, Weckl ampliò enormemente quel linguaggio a fronte di una forma più serrata e precisa in quanto a distribuzione di colpi, sia nei ritmi esposti che nelle frasi di raccordo (fill), e nel sapiente inserimento dei ritmi del genere Salsa.
Da parecchi anni moltissimi ascoltatori hanno riscoperto il grande Rock degli anni migliori (‘60/70), pure quello meno grande; e quello piccino piccino, che comunque era presente in quel periodo. Tutti a incensare in modo più o meno indiscriminato dischi, gruppi e artisti di quell’importantissima area della musica del ‘900, però della musica Fusion (genere da non confondere con il Jazz-Rock, che fortunatamente ha ricevuto un po’ più di attenzione) si sono dimenticati un po’ tutti, anche i discografici: se del Rock ci sono da anni periodiche ripubblicazioni, spesso esasperate, confuse, stressanti, ridondanti e peggio che inutili, la stragrande maggioranza delle opere fusion non sono state ristampate nemmeno una volta. Si sa, è lo strano gioco mercantile della domanda/offerta, e tant’è… Ne consegue che i dischi fusion non si trovano o costano moltissimo; e una fetta importantissima di musica è spinta verso l'oblio. E mal gliene incolga!
Il basso è uno strumento di raccordo importantissimo tra gli elementi musicali, approfittando anche del suo range d'intervento polarizzante, posto all'estrema gamma di frequenza, costituisce un potente fattore musicale polivalente. Dunque è un formidabile fattore unificante: le parti che esegue ben si prestano a fondere quelle espresse dagli altri strumenti, coniugando in modo efficacissimo tutti gli elementi musicali (ritmici, melodici e armonici). Il basso definisce in modo peculiare la musica in tutti i suoi principi.
Forse diffusamente si ha l’idea che la scuola percussionistica afrocubana (che include anche la musica portoricana e dominicana, e genericamente chiamata Salsa) sia molto importante; bè, è LA scuola: è la più importante. Magari si arriva a immaginare che anche altri musicisti per esempio i trombettisti siano particolarmente bravi. E si avrebbe ragione (si distinguono anche flautisti e bassisti, tutti comunque inclini a potenti e complicati obbligati in unisono).
Ma forse non tutti sanno che la scuola pianistica cubana è straordinaria. In genere si distinguono per le eccellenti capacità tecniche di articolazione (velocità e controllo dinamico-ritmico) e per le linee melodiche tanto estemporanee quanto formidabili. Sono tendenzialmente brillanti e di “attacco”. Billy Cobham è uno dei batteristi più famosi al mondo; principalmente è uno dei batteristi più importanti di tutti i tempi.
Molti appassionati di musica conoscono, anche solo di nome, i tre grandi gruppi italiani di Jazz-Rock degli anni settanta: il Perigeo, gli Area e i Napoli Centrale. Questi hanno espresso una musica davvero di livello internazionale. Molti meno, forse, sanno che circa a metà degli anni ottanta c’è stato un gruppo italiano di grande qualità, anzi il migliore da quel decennio sino ad oggi: i Lingomania.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
Larry Carlton è un chitarrista elettrico molto importante. Sin dal suo esordio nel 1973 (in verità appena ventenne nel '68 registrò un album di cover in tardo stile Wes Montgomery: With a Little Help from My Friends), e poi nei dischi di gruppi come The Crusaders e Steely Dan e successivamente nei suoi dischi solisti (dall'omonimo del ’78), è stato in sostanza il primo che ha perfezionato il chitarrismo Fusion. Il genere Fusion, all’osso, è una miscela tra il Jazz e il Pop. Perciò, in maniera un po’ sbrigativa e brutale, la Fusion si può intendere come il concretarsi di una sofisticata song strumentale funkeggiante con solismi jazz’n’blues (a volte di indole esotica-etnica).
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Marzo 2024
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