A volte, per vari ordini di motivi, alcuni musicisti passano alla storia per aver compiuto chissà quali prodezze creative; si decretano meriti che, a ben vedere, sono poco motivati. Il successo a volte funziona pure così; e viceversa. Questo, stranamente, capita sovente con musicisti bianchi.
13 Commenti
![]() Giovanni Allevi, ospite del Giffoni Film Festival lo scorso 22 luglio: “A Beethoven manca il ritmo. Quello lo possiede Jovanotti. Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo”. La implicita e volgarissima approssimazione compiuta da Allevi, ovvero Batteria=Ritmo, la dice appunto lunga sullo spessore del personaggio: una carta velina. La qualità delle sue esternazioni è pari alla qualità della sua musica: prendersela troppo con lui è come rubare le caramelle a un bambino.
Tuttavia ci offre un importante spunto di ponderazione: quanto la batteria ha influenzato la musica dell'ultimo secolo e perché. La batteria, la chitarra elettrica e le tastiere elettroniche sono gli strumenti che più hanno contribuito all’innovazione musicale del ‘900.
|
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
Archivio
Marzo 2021
Categorie
Tutto
|