Negli Ottanta ripresero vigore i tratti compositivi più avanzati, la sua progettualità puramente musicale, sperimentando soluzioni con il nuovo e costosissimo strumento del Synclavier, quindi alla pubblicazione dei tanti live (proseguita fino alla prematura morte avvenuta nel dicembre del ‘93) corrispose quella di pochi dischi, ma più impegnati e originali.
Zappa in New York, registrato durante alcuni concerti tenuti al Palladium di New York City nel dicembre 1976 (e pubblicato il 3 Marzo 1978), è un sontuoso doppio disco live (nella versione CD sono stati aggiunti vari brani rispetto alla pubblicazione originale e con parecchi inediti) ove, come il predecessore del ’74 Roxy & Elsewhere, ci sono ottime esecuzioni di alcuni dei suoi brani più d’impatto: quelli cantati, teatrali o “leggeri” (Titties & Beer, Honey Don’t You Want A Man Like Me?, The Illinois Enema Bandit, I’m The Slime, Big Leg Emma, Sofa), e quelli strumentali molto complicati o stranianti (Pound For A Brown, Manx Needs Woman, The Black Page, The Purple Lagoon/Aproximate).
Peraltro Frank in questo disco si ritaglia ampi spazi per gli assoli di chitarra elettrica: era il tempo della sua maturità come strumentista.
Soprattutto da Hot Rats (’69) in poi ha cominciato a sviluppare uno stile chitarristico più profondo e completo, a volte molto melodico, aggressivo e stringato o affabulatore esotico, con una conseguita straordinaria abilità nell’articolazione tecnica e di controllo dei suoni.
Va rilevato che in questo disco Zappa sovente usa il classico timbro fuzzy, rozza distorsione che consente pochissima reattività al tocco e quindi alla colorazione timbrica e dinamica: conosciute altre sue meraviglie chitarristiche, è un po’ penalizzato.
Alcune performance dei musicisti di Zappa in New York sono superlative, si distinguono quelle del batterista Terry Bozzio, in assoluto uno dei batteristi migliori del Rock, e dei fratelli Brecker ai fiati, in particolare negli assoli di The Purple Lagoon, su un tempo non proprio agevole.
I live hanno pregi e difetti, di solito sono delle mini antologie, registrate così e così, dei brani più d’effetto del repertorio, meno dettagli e finezze ma più energia; anche per Zappa in New York è in questa maniera, perciò potrebbe essere una buona occasione per avvicinarsi al fantasmagorico mondo di Frank Zappa.